Di Antonello Troya

Immaginate la vostra città piena di luci. Bella, bellissima. Ma soprattutto invitante. Il borgo accogliente che ti avvolge in uno strascico di luci colorate. E poi la strada principale. Nulla di più grazioso. Le luci abbagliano per ciò che sono. E se poi ci aggiungi che tutto questo ti è venuto a costo quasi zero, allora sei proprio in gamba. Che poi passare sulle reti Rai e quelle regionali fa anche un certo effetto e sapore, specie se avviene con soldi degli altri. Che la rete pubblica abbia un occhio di riguardo per Diamante si sa. Che poi si organizzino i collegamenti per i programmi nazionali è cosa già fatta, se si pensa che tutto ciò porterà introiti a medio termine nel segno di nuove affluenze turistiche. E chi l’ha pensata deve aver avuto i collegamenti adatti tanto da far spodestare una grossa azienda come la Edison Spa. È toccato al sindaco, Ernesto Magorno lo scorso novembre scrivere di suo pugno alla multinazionale di valutare l’offerta e di contribuire alla realizzazione attraverso il contributo economico, offrendo la possibilità di veicolare l’immagine e il nome, non solo durante l’evento ma anche sui volantini e materiale pubblicitario. Il prezzo dello sponsor? Dieci mila euro tondi tondi. E Diamante vola in tutta Italia. Isole comprese. E lo sponsor non solo nelle luminarie, ma anche concerti di Natale, convegni, dibattiti e mercatini. Allora ti vengono in mente il perché a tenere le manifestazioni sono sempre le stesse emittenti radio, gli stessi giornalisti, le stesse personalità politiche e culturali ad essere presenti. Per chi non lo avesse capito le città, i borghi sono diventati oggetto di marketing. C’è chi li sa far fruttare e chi no. Con buona pace dei contribuenti.