Sebbene gli elettori gli abbiano affidato uno scranno a Palazzo Campanella, Graziano Di Natale, dovrà guardarsi dal ricorso di Franco Mundo. Il primo cittadino di Trebisacce, dopo aver annunciato l’attribuzione errata di almeno 300 preferenze (Non comprendendo le basi di tale teoria) verso quello poi risultato essere il primo degli eletti della lista “Io Resto In Calabria”, ha addirittura parlato di testimoni. Teoria, quest’ultima smontata dal consigliere regionale, che ha addirittura querelato 13 persone che, a sua detta, avrebbero asserito il falso, dichiarando di essere a Paola ed Amantea, nei seggi a più di 120 km da casa, mentre invece risulterebbero impegnati altrove.

Starà ora agli organi preposti accertare il tutto. Sta di fatto, che il segretario Questore dell’ufficio presidenza della Regione Calabria, ha dovuto, suo malgrado, replicare nuovamente alle dichiarazioni del ricorrente.

“Il Sindaco di Trebisacce si affanna inutilmente, tramite comunicati stampa, a spostare inconferentemente l’attenzione su alcune vicende gravissime” lo afferma il consigliere regionale, Graziano Di Natale, così proseguendo
“Vorrei “rassicurarlo” circa la mia lealtà e correttezza processuale a fronte della sua iniziativa giudiziaria, chiedendogli di evitare di usare il condizionale.
Ho denunciato in data 29 aprile 13 soggetti residenti a Trebisacce, Amendolara e Albidona che hanno dichiarato di aver assistito alle operazioni di scrutinio a Paola e ad Amantea dalle 23.30 alle 04.00. Sarà l’Autorità Giudiziaria a stabilire se quei soggetti erano presenti o meno a 127 chilometri di distanza dal loro luogo di residenza”. Il sindaco della ridente comunità della provincia di Cosenza, sembrerebbe quasi non “Aver gradito le denunce del presidente del consiglio comunale di Paola, affermando, tra l’altro, in una nota stampa quanto segue

“…..Di Natale utilizza atti giudiziari per fini politici. Tutti ricordano la battaglia intrapresa alla provincia di Cosenza per il riconoscimento di un suo presunto diritto. Dovrebbe essere volontà di chiunque, soprattutto di chi rappresenta le istituzioni, favorire la ricerca della verità, senza creare nessun ostacolo che ne intimorisca la conoscenza. Dispiacciono dunque i modi e i termini della iniziativa giudiziaria, se vera, perché a noi hanno insegnato a fare politica con la forza delle idee, non certo ricorrendo a denunce e querele….” Senza voler entrare nel merito della richiesta “Della verità” (Lecita, anche se, in politica, il responso della volontà popolare è sacro) un simile passaggio, sembrerebbe quasi essere un clamoroso autogol. Stando a quanto la giustizia dovrà accertare, l’accusa del consigliere regionale sarebbe di falsa testimonianza verso quelle persone che a detta di Mundo, avrebbero presenziato ad Amantea e a Paola, le operazioni di scrutinio. Non ce ne voglia, Franco Mundo, ma questo passaggio di una nota stampa, condivisibile, sembra stonare.

Anzi, è sembrato quasi un “assist” (usando termine calcistico) raccolto dallo stesso Di Natale

“Il Sindaco di Trebisacce dovrebbe conoscermi anche per la vicenda della Provincia di Cosenza dove ho vinto in tutti i gradi di giudizio.
Ognuno può e deve adire le vie legali quando tutela un suo diritto a patto che si usino mezzi leciti.
Per cui vigilerò su ogni ulteriore atto e/o comportamento fraudolento integrando se necessario la già depositata querela”.

Intanto, dagli ambienti della politica paolana vicina al leader del consiglio comunale di Paola, circola moderato ottimismo. Lo scranno assegnatogli dagli elettori, non sarebbe in pericolo dal ricorso, anzi, ci sarebbero altri colpi di scena, all’orizzonte. Ovviamente, prima di Luglio.

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