Di Antonello Troya
Tutti a sparare addosso al Comune di Diamante. Pronti a puntare il dito. Quando poi sotto sotto, scopri che di ragione ne ha da vendere. Prima però lanciamo un appello ai Comuni inadempienti, quelli, per intenderci, che scrivono lettere alla procura: fuori i soldi: scaricate i vostri liquami nei depuratori di Diamante e Cirella, abbiate la compiacenza almeno di versare in euro quanto dovuto.
Ma andiamo per ordine. Una lettera alla Procura della Repubblica fa notizia. Quando poi a scriverla è un ex amministratore ha ancora più eco. E se poi riguarda più paesi ancora meglio. Ma basta che poi si va a scavare e trovi di più. Scava e scava e scopri delibere dal sapore inglese che rispondono a “project financing” (in inglese fa più politicamente corretto) per la concessione di lavori pubblici aventi per oggetto la progettazione definitiva ed esecutiva nonché l’esecuzione dei lavori di depurazione e completamento infrastrutturale degli impianti di depurazione e collettamento dei reflui dell’ambito territoriale comprendenti i Comuni di Santa Maria del cedro, Diamante, Grisolia, Buonvicino, Orsomarso e Maierà. È stata opinione comune indicare Diamante come ente che ancora non aveva adempiuto al suo dovere di lasciare la gestione ad una Ati per permettere gli interventi previsti. Stampa e social povere di verifica avevano fatto il resto. Ricordiamo che in ballo ci sono 11 milioni di euro. Ma i giochi partono da qualche anno addietro. La creazione dell’ambito territoriale ha messo sul piatto del confronto diversità anche di gestire il settore delicato della depurazione. Dalla morosità dei Comuni inadempienti alle riserve sulla convenzione sottoscritta tra l’Ambito territoriale e le aziende affidatarie, il passo è stato breve. Il Comune di Diamante più volte aveva ritenuto che i rapporti con i Comuni che utilizzano gli impianti di depurazione dovessero essere ricondotti in un ambito di reciproca correttezza con il pagamento delle morosità. Il Comune di Diamante si era adoperato, addirittura al recupero coattivo delle somme dovute. Buonvicino e Maierà erano tra questi. Poi l’esame del progetto preliminare presentato dal Comune capofila, Santa Maria del cedro. I punti fermi riguardavano la dismissione degli impianti di depurazione degli impianti di Maierà e Buonvicino con lo sversamento dei reflui in quello di Diamante, la soppressione della linea di depurazione di località Vaccuta, l’inserimento di pacchi lamellari nei tre sedimentatori dell’impianto e la riduzione delle vasche. Questioni debitamente contestate che secondo il Comune di Diamante avrebbero compromesso l’efficienza depurativa.
Intanto nell’aprile del 2015 il comune capofila procedeva all’aggiudicazione definitiva in favore dell’Ati (associazione temporanea d’impresa) a favore della Costruzione Dondi di Rovigo e dell’Aqua Consult di Pozzuoli. Il Comune di Diamante dopo opportune verifiche del contratto aveva presentato alcune riserve sulla convenzione invitando l’ente capofila a non procedere ad alcun adempimento senza che l’impresa avesse ottemperato a quanto indicato nell’accordo. Insomma convenzione modificata rispetto a quella posta in essere in gara all’esecuzione anticipata delle opere, senza che sia stata redatta da parte dell’impresa la progettazione definitiva ed esecutiva. A questo punto il Comune di Diamante tutti i torti non ha. Altro che lettere alla Procura.