La miccia l’aveva accesa il Corriere della sera lanciando la notizia “All’ospedale di Cetraro nascono meno di 500 bambini all’anno, e per una legge ministeriale va chiuso”
Nella giornata di ieri invece Graziano Di Natale, in veste istituzionale, essendo il più eletto tra i consiglieri provinciali, ha iniziato il giro di ispezioni negli ospedali della provincia di Cosenza, partendo proprio dallo Iannelli di Cetraro
Di Natale, in maniera sobria, senza polemiche ha evidenziato le carenze della sala parto cetrarese, chiedendo, senza campanilismi, soluzioni efficaci, tra le quali la riorganizzazione di un nuovo punto nascite sul tirreno ( Una volta i punti nascita tirrenici erano Paola, Cetraro Praia a Mare e si nasceva anche nelle cliniche di Belvedere…. e di questo parleremo più in la)
La diretta Facebook di Di Natale ha scatenato il panico nella politica alto tirrenica, e da subito si sono registrate le prime reazioni, di chi ha inteso come un attacco ad Aieta e, alla sanità cetrarese le parole del leader del partito democratico.
Il post di Carmine Quercia (Uomo vicinissimo a Giuseppe Aieta) sarebbe da dilettanti della politica, il sindaco Aita, gioca sui numeri ma la pezza è peggio del buco.
Si leggono commenti rabbiosi, carichi di tensione verso il massimo esponente dell’Assise Paolana, che ha avuto “La Colpa” di dire le cose come stanno.
Polemica finita? Tutt’altro.
Dalle parole alle minaccie, è un secondo.
È lo stesso Di Natale a denunciare pubblicamente
“Caro Di Natale sappiamo quali personaggi ci sono dietro.di te……..ti annuncio che troverai pane per i tuoi denti”.
Sarebbe l’avvertimento pervenuto al consigliere provinciale, che batte i pugni
“Sento puzza di minaccia ma io non ho paura
Ieri è partito il mio tour negli Ospedali della Provincia.
La prima tappa è stata Cetraro. Questo è l’avvertimento che qualcuno mi manda a dire tramite Facebook.
Ho denunciato pubblicamente che il punto nascita dello spoke Paola- Cetraro non raggiunge i 500 parti all’anno previsti dal Ministero della Salute.
Per tale motivo ho espressamente detto che va riorganizzato da subito.
Evidentemente non è piaciuto e sento puzza di minaccia.
Non ho paura e continuo la mia attività istituzionale e di denuncia delle cose che non vanno in sanità. Dietro di me c’è solo l’insegnamento di mio padre, servitore dello Stato, che per anni ha combattuto la criminalità organizzata”