Nel giorno del 21 settembre, a Cosenza, la Lega Calabria organizzava un banchetto di raccolta firme: una giovane donna del SUD, militante del collettivo femminista FEM.IN., stava prendendo parte ad una pacifica contestazione e, mossa da un improvviso moto d’anima, ha stracciato una locandina che ritraeva il segretario della lega Nord, Matteo Salvini.
Il gesto, puramente simbolico, che non ha prodotto di fatto alcun episodio di violenza fisica, è stato diffuso attraverso un video sui social e dopo poche ore è finito nel tritacarne gestito dai social media manager pagati dalla Lega che hanno ritenuto opportuno corredare quelle immagini ricorrendo ad improbabili “lezioni” di democrazia.
È curioso constatare come le pagine social di Salvini applichino una sorta di “democrazia selettiva”… Ci chiediamo: è democratico rivendicare pieni poteri? È democratico servirsi delle forze dell’ordine per far rimuovere gli striscioni di protesta dai balconi? È democratico voler applicare un disegno di legge come l’autonomia differenziata che di fatto è il secessionismo dei ricchi che impoverirebbe drammaticamente il sud dell’Italia? È democratico tenere in ostaggio degli esseri umani o addirittura decidere di lasciarli morire in mare per raccogliere consensi su indotte fobie collettive? È democratico utilizzare i simboli della fede cattolica come amuleti per propaganda? È democratico sostenere apertamente e sovvenzionare le associazione pro-vita negando di fatto il diritto di abortire alle donne?
È democratico calpestare la dignità delle coppie omosessuali e volerne annullare ogni diritto civile? È democratico rubare ai contribuenti 49 milioni di euro e comportarsi come se nulla fosse? È democratico fare accordi con Putin per sospetti finanziamenti russi? Cosa c’è di democratico nella vicenda Arata-Nicastri-Siri?
Vittoria, questo il nome della donna, che ha osato stracciare la locandina ci racconta: “Il mio gesto è stato istintivo, perché, in quel momento, nella mia mente, avevo solamente l’immagine nitida dei miei coraggiosi/e conterranei/e. Giovani e meno giovani obbligati/e ad iscriversi ai concorsi pubblici fuori dalla Calabria, perché tanto qui al Sud non esistono possibilità e troppo spesso raccontati/e come parassiti/e e che invece nella realtà mantengono l’economia del Nord con enormi sacrifici e rinunce. Avevo in testa le migliaia di persone costrette a macinare centinaia di chilometri per andare al Nord e usufruire di un Sistema Sanitario che funziona, affrontando veri e propri viaggi della speranza e a tutti/e coloro i/le quali, invece, che non potendosi permettere quei viaggi, muoiono. Pensavo ai nostri territori inquinati, dove la gente si ammala, perché da decenni il Sud è la pattumiera d’Italia, ma dove non ci si può ribellare senza cadere nel ricatto occupazionale, come ad esempio succede con l’Ilva di Taranto. Mi è venuta in mente la retorica della Padania Libera e di tutti gli insulti e le discriminazioni che i/le meridionali hanno subito per colpa della narrazione tossica della Lega. E poi ho visto la faccia di Salvini su quel manifesto, quella faccia che il 24 Settembre sarà a Cosenza per venire a chiedere il consenso elettorale dei/delle Calabresi, e l’ho strappata…“.
#siamoVittoria #ilsudcheResiste Stutamu Salvini – 24 settembre Cosenza