Venditori di pesce per un giorno per allontanare lo spauracchio della ‘ndrangheta e incentivare la gestione del mercato ittico del porto.

E’ la singolare iniziativa ideata e messa a punto dall’amministrazione comunale di Cetraro, che per dare l’esempio questa mattina ha dapprima comprato il pescato dai numerosi marinai che affollano l’area portuale e poi l’ha rivenduto nel piccolo esercizio commerciale che ormai da tre anni attende di essere assegnato. I tentativi, fino a questo punto, sono andati tutti a vuoto e ai due bandi pubblici costruiti ad hoc non ha risposto nessuno, fatta eccezione per una cooperativa di pescatori che però non è passata al rigido controllo antimafia.

 

L’ombra del clan Muto e i ricavi che non convincono
Sarebbe proprio la criminalità organizzata ad aver messo il freno al rilancio del punto vendita e a scoraggiare i papabili gestori del chiosco. Cetraro per anni ha rappresentato il centro operativo del clan ‘ndranghetistico dei Muto, il cui capostipite Franco, oggi detenuto al 41bis insieme al figlio Luigi, era soprannominato il “re del pesce” proprio per la supremazia nel commercio ittico, grazie a un controllo totale del porto e dell’intero pescato mantenuto per decenni. Pertanto, gestire il mercato che fino a pochi anni fa era monopolio della potente cosca locale, potrebbe incutere il timore di possibili ritorsioni.

Per altri, invece, il problema sarebbe da imputare ai prevedibili guadagni risicati, a causa di un bacino di clienti ristretto.

Folla di cittadini, poche le istituzioni presenti
In un paio di ore, il pescato (in larga parte donato dagli stessi pescatori) è andato tutto esaurito, grazie al via via di cittadini che, per sostenere la causa intentata dal sindaco Angelo Aita e i suoi consiglieri, hanno comprato pesci in grandi quantità. Fosse stato per le istituzioni, invece, il pesce sarebbe andato certamente a male, perché agli oltre 300 inviti indirizzati alle cariche pubbliche hanno risposto in pochissimi e la maggior parte di loro ha comunicato che aveva altro da fare. Tra questi il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che comunque si è complimentato con gli organizzatori per l’iniziativa. Dei 150 sindaci del Cosentino non se n’è presentato nemmeno uno, anche se il primo cittadino di Amantea ha mandato in sua rappresentanza l’assessore Rocco Giusta. Assenti pure i parlamentari e i senatori che solitamente fanno della guerra alla ‘ndrangheta il loro cavallo di battaglia. Presente invece, il consigliere regionale Giuseppe Aieta, a rappresentare l’ente presieduto da Mario Oliverio. Ma l’assenza istituzionale non ha demoralizzato il sindaco di Cetraro che, poco incline alle polemiche, ha sbrigato la faccenda evidenziandone il lato positivo: «L’importante è la presenza dei cittadini».

 

LaCNews