Tribunale di Paola, sezione penale, ha assolto «per non aver commesso il fatto» Raffaele Mauro (ex direttore generale del’Asp di Cosenza, difeso dagli avvocati Enzo Belvedere e Giustino Mauro); Maria Rosaria Pisano (direttore dei lavori per conto dell’Asp di Cosenza e difesa dagli avvocati Francesco Chiaia e Maria Carmela Calomino), Gianfranco Abate (Rup dell’Asp di Cosenza, difeso dagli avvocati Enzo Belvedere e Giustino Mauro) e Francesco Tucci (progettista, difeso dall’avvocato Paolo Greco) per i reati a loro ascritti ai capi a,b,c,d.I giudici hanno condannato Gianfranco Abate per falso e Francesco Tallarico (difeso dagli avvocati Gianluca Garritano e Paolo Mastroianni) per i reati ai capi a,b,c,d alla pena di due mesi. Per entrambi è stato disposto il beneficio della sospensione condizionale della pena inflitta.
Nel 2011, l’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza aveva richiesto e ottenuto finanziamenti comunitari tratti dal Por Calabria/Fers 2007-2013, Asse II Energia, Linea Intervento 2.1.1.1, per la realizzazione di un impianto termodinamico a concentrazione solare – Progetto “Prometeo” – che avrebbe dovuto produrre energia termica ed elettrica per il presidio ospedaliero di Cetraro. Inizialmente, il progetto prevedeva l’installazione dell’opera sul tetto dell’edificio. In fase realizzativa, tuttavia, venne disposta una variante progettuale con la quale veniva stabilito che le parabole avrebbero dovuto essere posizionate a terra, su un terreno di circa 3mila metri quadrati di proprietà dell’Asp e adiacente all’ospedale. Per tale operazione, tuttavia, sarebbe stato necessario ottenere le prescritte autorizzazioni edilizie, paesaggistiche e sismiche, che non risultano mai essere state richieste. Anche per questo motivo, nel 2017 il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Paola aveva disposto il sequestro preventivo dell’impianto e, poco tempo dopo, anche il Comune di Cetraro aveva emesso un’ordinanza di distruzione del manufatto, che di fatto costituiva un abuso edilizio su terreno pubblico.Contro tale ordinanza, l’Asp di Cosenza aveva presentato ricorso al Tar della Calabria, vedendo però respinte le proprie richieste. Oggi, i giudici hanno disposto la distruzione dell’impianto. (FONTE: CORRIERE DELLA CALABRIA)