“Alla luce dell’emergenza pandemica che sta vivendo la nostra città, in data 23 ottobre abbiamo richiesto formale convocazione urgente di un Consiglio comunale, senza pubblico e in diretta streaming, al fine di offrire un contributo in termini collaborativi così come è sempre avvenuto nella storia politico-istituzionale della città.
A fronte, dunque, di un atto di piena disponibilità – tra l’altro da Lei apprezzato nell’incontro tenutosi nel Suo ufficio – in data odierna, quindi a distanza di 10 giorni, abbiamo ricevuto comunicazione scritta (a mezzo PEC) a firma del Presidente del Consiglio, con la quale veniamo informati della irricevibilità della richiesta per vizi formali insanabili. In sostanza, il Presidente del Consiglio, attraverso motivazioni che ricordano l’azzeccagarbugli di manzoniana memoria, impedisce di fatto che la Massima Assise cittadina discuta – nell’immediato – di un momento drammatico che vede un rapido contagio da Covid 19, con 42 cittadini positivi e a domicilio, più 330 quarantene.
Appare incredibile che per futili questioni formali il Consiglio comunale debba vedersi negare o, peggio, rinviare, il doveroso confronto democratico che lo ha distinto in tutti questi anni di fronte ad emergenze di natura malavitosa, ambientale o sanitaria.
Appare, ancor più incomprensibile, che in uno dei momenti più drammatici della nostra esistenza un dibattito possa essere soffocato dal protagonismo del presidente del consiglio che avventurandosi in arzigogoli bizzarri inaugura la sua funzione con un precedente grave che offusca il profilo democratico del Consiglio comunale sempre garantito dai suoi predecessori.
In sostanza il Presidente del Consiglio, attendendo 10 gg dalla richiesta, non solo non tiene conto della gravità e della estrema delicatezza del momento in cui ci troviamo, ma soprattutto non tiene conto che in una simile situazione tutte le formalità dovrebbe venir meno.
Le chiediamo, dunque, di intervenire e ricucire lo strappo istituzionale consumatosi ai danni dei cittadini che attendono di sapere quale sia la reale situazione dell’emergenza sanitaria.
Cordialità”
È quanto affermano i Consiglieri comunali dell’opposizione, che costituiscono il gruppo “Patto per il futuro”
Giuseppe Aieta, Angelo Aita, Gabriella Luciani, Benedetta Saulo,
Massimiliano Vaccaro.
Non si é fatta attendere la replica del presidente del consiglio comunale, Giovanni Rossi “Le regole sono a garanzia di tutti. Pregiatissimi Consiglieri, apprendo dai social di una vostra richiesta di convocazione del Consiglio Comunale, da parte mia negata per futili questioni formali. Ebbene, mi vedo, mio malgrado, costretto ad affrontare l’argomento, così come voi, pubblicamente. Non tanto per replicare allo spicciolo sarcasmo utilizzato per manifestare il vostro dissenso, quanto piuttosto per ristabilire la verità. Il particolare momento storico che stiamo attraversando, difatti, non ci consente di disinformare, tralasciando precise circostanze ed utilizzando argomenti compiacenti, capaci di alterare la serenità dei cittadini. Invero, il 30 ottobre u.s., nonostante si fosse già tenuta una riunione fra la minoranza consiliare e l’esecutivo sulle azioni intraprese e da mettere in campo per affrontare l’emergenza epidemiologica, ho ritenuto doveroso rappresentarvi che, sebbene la vostra richiesta di pari contenuto presentasse palesi violazioni del regolamento consiliare, avrei in ogni caso inserito il tema fra gli argomenti da discutere nel corso del prossimo Consiglio Comunale. Dunque, nessun diritto negato ma, anzi, azioni concrete per supplire ad un vostro errore, senza forzare la norma. Il regolamento consiliare, pregiatissimi Consiglieri, è posto a tutela di tutti; non è uno strumento da utilizzare a piacimento. Peraltro, la vostra critica non coglie nemmeno nel segno. Ed infatti, anziché ripresentare una richiesta corretta, con ciò dimostrando un interesse preminente per la disamina dell’argomento, dopo tre giorni, e dunque ponendo in secondo piano anche l’urgenza della questione, manifestate indignazione per essere state legittimamente applicate quelle regole che voi stessi dovreste per primi tutelare. Pregiatissimi Consiglieri, il protagonismo di coloro che propagandano come agere “il fine giustifica i mezzi” non deve appartenere agli uomini delle Istituzioni”.