Scioglimento del consiglio comunale. Il tradimento del mandato elettorale.
Lo scioglimento del consiglio comunale, per effetto delle dimissioni dei tre consiglieri di maggioranza, Carrozzino, Spinelli e Scoglio, ai quali si sono ghiottamente uniti i quattro della minoranza, obbliga ad alcune riflessioni in tema di etica e morale in ambito politico.
Un atto, quello realizzato dai sette consiglieri dimissionari, che si manifesta più che altro come la realizzazione di uno spregevole progetto demolitorio, avente come obiettivo il Sindaco Vincenzo Cascini, i cui studi preliminari sono stati avviati a redazione sin dal suo insediamento.
Una conclusione raggiunta non a seguito di una mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco in consiglio comunale, che avrebbe presupposto un voto per appello nominale, bensì una sterile scrittura privata autenticata innanzi ad un notaio, in un periodo, quale quello estivo, nonché caratterizzato da un aumento della tensione per la pandemia da coronavirus, in cui gli elettori ed i turisti sicuramente avrebbero preferito un impiego di energie da parte di ciascun consigliere per meglio fronteggiare le varie esigenze e le ataviche emergenze.
Un atto, quello delle dimissioni congiunte dei sette consiglieri, generato unilateralmente all’esterno della sede naturale, quale appunto il consiglio comunale, ove ogni diversa visione politica deve trovare il giusto dibattito nell’interesse esclusivo della collettività.
Un atto, invece, sottoscritto furtivamente, alle spalle degli elettori, lacerando il senso istituzionale del mandato ricevuto.
Una iniziativa vile ed irresponsabile, portata avanti dai tre consiglieri di maggioranza, Carrozzino, Spinelli e Scoglio, cui ha prontamente aderito una minoranza compatta, ancora convalescente dalla batosta giudiziaria infertale dalla Corte d’Appello in ordine alla pretesa ineleggibilità del Sindaco.
Una scrittura privata che ha consentito ai sette consiglieri di sfuggire all’obbligo di motivare in consiglio comunale una eventuale mozione di sfiducia e che dimostra, appunto, l’inesistenza di fondate ed oggettive ragioni politiche.
E se non esistono ragioni politiche è consequenziale concludere che le ragioni devono essere ricercate in ambizioni, interessi ed obiettivi personali, o anche ordini superiori, che mal si coniugano con il mandato elettorale.
È evidente, quindi, che l’iniziativa dei tre consiglieri transfughi di maggioranza non consiste in un tradimento nei confronti del Sindaco, né dei colleghi consiglieri di maggioranza, bensì in un tradimento del mandato elettorale ricevuto.
Parimenti, la minoranza, accodatasi nella sottoscrizione della scrittura privata ai tre consiglieri di maggioranza, sebbene non abbiano con questi ultimi condiviso alcunché nei due anni trascorsi, è responsabile dello scioglimento del consiglio comunale e del consequenziale commissariamento che comporterà, naturalmente, l’interruzione di qualsivoglia processo strategico per Belvedere.
È giunto, quindi, il tempo della riflessione, nell’attesa che da questa triste pagina della politica belvederese possa fiorire, tra chi vorrà accingersi a questa nobile funzione istituzionale, quel puro sentimento di servizio che, per contro, è stato ultimamente soppiantato solo ed esclusivamente da un mero personalismo.
Grazie Sindaco, siamo con Te!
Belvedere Marittimo, 20.08.2021.
Salvatore Cetraro
Vincenzo Cristofaro
Francesca Impieri
Marco Liporace
Maria Rosa Scavella