Di Antonello Troya
Vincenzo Cascini comincia a parlare il politichese. E lo fa dinanzi ai giornalisti. Mai avvenuto prima che il sindaco “settimino” si mettesse a discutere con i giornalisti di ciò che ha fatto. In realtà è stato un monologo, senza confronto, senza un contraddittorio che potesse fare luce su alcuni aspetti dell’attività amministrativa. Nella conferenza stampa il sindaco Cascini ha illustrato i suoi primi sette mesi, passati tra una serie di difficoltà che hanno nomi e responsabilità ben precise.
Ed è ciò che è mancato: il coraggio di fare nomi e dare responsabilità su chi ha portato il comune sul bordo del fallimento, per poi dargli la spallata finale. Il coraggio, appunto. Ha parlato dell’iter del procedimento d’ineleggibilità, dell’indennità, rifiuti, tariffe e depurazione. Del porto e della strada di Santa Lucia. Insomma un excursus, tutto sommato, positivo: una serie di problemi che si sono presentati e che rappresentano l’ordinaria amministrazione, e spesso straordinaria, di un ente pubblico.
Dal suo discorso viene fuori un paese che prima era a pezzi e adesso non lo è più. O forse un po’ meno. Insomma se Belvedere è un paese che stenta a realizzarsi è di certa stampa che parla male del proprio paese e non di amministratori incapaci, funzionari inesistenti e vagabondi e di personale altrettanto incapace. Eppure è ciò che il sindaco ha fatto subito: ovvero far ripartire la macchina amministrativa, ma soprattutto quella burocratica. E di ciò glie ne dobbiamo dare atto. Ma ciò non poteva diventare argomento di conferenza stampa: troppe domande cui dare spiegazioni.
D’obbligo (e facile) il passaggio su chi “scrive sui social e denigra il paese”, dimenticando che non è il paese ad essere sotto i riflettori, ma il ruolo pubblico del sindaco e dei consiglieri tutti. “Parlare male per il gusto di parlare male”: ecco perché il sindaco ha inteso dire la sua versione dei fatti. Che poi, secondo il “Cascini pensiero” è la verità assoluta. Secondo lui.