Di Antonello Troya
Lo speravano in tanti. Speravano che il dissesto si allontanasse dalle stanze amministrative. C’è chi spera che accada, come la responsabile del settore economico finanziario e chi, come gli amministratori, quelli eletti dal popolo per intenderci, che di default non ne vogliono sentire parlare. E vorrei proprio vedere. Sono loro, o almeno la maggior parte, che hanno amministrato nei lustri targati Granata cui andrebbe l’ingrata responsabilità, almeno politica, del dissesto. La verità è che, forse, i compiti a casa non sono stati fatti. Troppe delibere da riguardare, da decidere sul da farsi. Troppe in dubbio. Alcuni debiti fuori bilancio da rivedere. Da ristudiare. E forse le regole prima di essere applicate andrebbero interpretate. I numeri sono numeri, ma se tante, troppe voci affermano che la maggior parte dei soldi di cui siamo fuori, sono frutto di artifizi contabili che ci mettono in un angolo, bene ha fatto allora il Consiglio comunale a rinviare la discussione sul riconoscere altri debiti fuori bilancio e la conseguente dichiarazione di dissesto. Nessuno in maggioranza è convinto del dissesto. Se ieri la compagine non si fosse accordata sul rinvio, si sarebbero dati tutti per malati. Giochetti che portano risultati, vero, ma che strappano qualche critica in più alla minoranza. Certo il primo cittadino non è uno sponsor del dissesto, anzi, sta cercando di allontanarne lo spettro. Ma a pensarci bene li vedete voi Vincenzo Spinelli, Marco Liporace votare in Consiglio Comunale il dissesto, ovvero di una marea di debiti che loro stessi avrebbero provocato? E chi glie lo va a dire ai cittadini che l’aumento delle tasse è dovuto alla loro negligenza? E il gruppo Granata, ancora abbastanza presente, gestire una elezione Regionale alle porte? Già mi immagino l’ironia sui social. La minoranza è in agguato. E legge le carte. Ed è pronta a colpire. Semmai la maggioranza si trovasse in una condizione di debolezza.
Un ultimo punto: sembra spesso che le azioni della responsabile del settore economico finanziario, Antonietta Grosso Ciponte, vadano in senso contrario alla linea politica della maggioranza. Dimentica la dottoressa Grosso Ciponte, che nel mentre la sua posizione è dettata da un incarico, quella degli amministratori è dettata dal voto dei belvederesi. Ecco, appunto, eletti. La dottoressa Grosso Ciponte, come fa ogni altro funzionario, dovrebbe essere in grado di togliere queste castagne dal fuoco dell’esecutivo, e non chiamarsi fuori con sterili motivazioni legate alla incontestabilità dei numeri cui lei è chiamata a dare un pareggio. O almeno ad avvicinarsi. Sta storia del dissesto sta diventando una bomba ad orologeria: chi è capace di gestire la cosa pubblica lo faccia, nel senso del dovere politico cui è stato chiamato dal popolo. Chi regola tale gestione con i numeri lo faccia nella consapevolezza del ruolo che svolge. In ambedue i casi lo si faccia per bene, altrimenti se ne vadano a casa.