Di Antonello Troya
Qualcuno si era messo in testa di vendere la pelle dell’orso prima di averlo preso. Promettevano il fatidico posticino al Comune. Parlavano di assunzioni al telefono e la cosa non deve essere passata inosservata. Soprattutto alla Finanza. Coadiuvati dai colleghi della Compagnia di Cosenza ascoltavano. E segnavano, scrivevano e parlavano con gli investigatori, creando una fitta rete di collegamenti che poi avrebbero portato alle perquisizioni di oggi. Va come un treno, Pierpaolo Bruni. Ha voluto tenere lui gli interrogatori di oggi degli indagati: del sindaco di Belvedere, Enrico Granata, 62 anni, del consigliere di maggioranza Santino Stumbo, 52 anni, del responsabile dell’area personale, Massimiliano Pepe di Paola, 49 anni, di Antonietta Grosso Ciponte, 33 anni, di Vincenzo Grosso Ciponte, 70 anni e di Ciriaco Grosso Ciponte, 68 anni, ognuno secondo il proprio capo d’accusa. I reati contestati non sono di poco conto: corruzione e voto di scambio. Secondo il capo della procura paolana avrebbero privilegiato una persona piazzandola all’ente senza concorso. Si tratta di Antonietta Grosso Ciponte, 33 anni, responsabile dell’ufficio tributario, economico e finanziario (settore III e IV). Le perquisizioni sono partite questa mattina all’alba. Sono stati controllati uffici comunali, studi tecnici, abitazioni degli indagati. A fare da contorno alle indagini le intercettazioni che hanno interessato i pubblici funzionari e gli amministratori. All’attenzione del procuratore Pierpaolo Bruni non solo le assunzioni, ma anche altre attività amministrative. Il primo cittadino di Belvedere Marittimo, difeso dal legale, Amerigo Cetraro, ha voluto rispondere a tutte le domande del procuratore Bruni. Solo alcuni degli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Intercettazioni che hanno inguaiato funzionari e amministratori che ora dovranno rispondere in sede giudiziaria. Il primo cittadino ha chiarito la sua posizione, spiegando i motivi che hanno spinto ad accorciare i tempi per la Grosso Ciponte. Gli interrogatori si sono protratti sino al tardo pomeriggio. Gli indagati sono comunque tutti in libertà.