“Mentre su 110 km di Costa Tirrenica che comprende Campora San Giovanni e Tortora, si continua senza alcun freno la regolare attività stagionale, il sottoscritto in qualità di titolare dello stabilimento balneare denominato ‘Malì Beach Club‘, allocato a Belvedere Marittimo (Cs) è costretto a chiudere i battenti”. È lo sfogo di Luca Vivona, uno dei giovani imprenditori che insieme a Rosario Bisignani ha rilanciato il Malì Beach Club, grazie ad una gestione giovane ed innovativa che ha portato la struttura ricettiva belvederese ad essere epicentro della Movida di tutto il litorale Tirrenico, da Paola a Tortora e punto di riferimento per migliaia di bagnanti e turisti.
Il Malì, ha rappresentato per tanti giovani e meno giovani un porto di mare nel quale bere in compagnia, divertirsi in maniera pulita e stare bene. La struttura, rinnovata negli anni fino a divenire un Bijoux, è stata capace di ospitare DJ internazionali, artisti locali, e di offrire serate con tanto di intrattenimento pirotecnico e violini fluo.
Una realtà, quella del Malì, che ha dovuto fare i conti con alcuni aspetti tutt’altro che edificanti, oltre che con l’emergenza coronavirus. Era il mese di Giugno, quando alcuni delinquenti hanno “Ben pensato” di esplodere colpi di arma da fuoco nei confronti di un buttafuori che prestava servizio nel locale per garantire la sicurezza ai clienti. Luca, Rosario, il loro staff, divenuto negli anni “Una Grande Famiglia” da parte lesa nella vicenda, hanno accettato una chiusura delle attività per tre giorni. Una sorta di “sacrificio” per garantire l’ordine pubblico. Non si sono abbattuti, e sono ripartiti più forti di prima. Il palinsesto di eventi ha coinvolto centinaia di persone nelle successive settimane. La sicurezza del locale è stata migliorata con l’installazione di ben otto telecamere. Il personale, munito di dispositivi di protezione individuale ha sempre cercato di garantire l’incolumità all’interno del locale. Sembrava filare tutto liscio, fino a Giovedì scorso. L’ennesima chiusura per cinque giorni, sembrerebbe a causa di assembramenti. Da qui, la volontà dei gestori dello stabilimento di concludere anticipatamente la stagione estiva, fortemente compromessa. “Finiamo anticipatamente e interrompiamo il rapporto lavorativo con ben 10 ragazzi, che per motivi di studi, e/o per esigenze personali, e/o per aiutare la propria famiglia, non avendo un lavoro annuale, giovava di questi mesi estivi per le proprie esigenze.
Io –Prosegue Luca- da imprenditore oggi mi sento sconfitto e amareggiato, ma sono certo di non essere l’unico e con assoluta certezza difenderò le mie ragioni e il NOSTRO DIRITTO AL LAVORO nelle sedi opportune”. Tantissimi i commenti di solidarietà e di vicinanza da amici e clienti. Un coro unanime di indignazione e sconforto che non può passare inosservato.
Al Prossimo anno, se Dio Vuole!