Relativamente all’intervento del Comitato di CIVITAS pubblicato sulle pagine del Quotidiano del Sud che mi cita per alcune mie dichiarazioni, ritengo opportuno fare alcune precisazioni per dovere di verità alla mia Città.
-Bisogna ammettere che qui ad Amantea sappiamo bene come rimescolare le carte a livello di responsabilità politiche e di bagarre amministrativa.
Non si spiegherebbe altrimenti il significato del comunicato del Comitato di CIVITAS della scorsa settimana, indirizzato ai Ministeri degli Interni e della Salute.
Un comunicato che, in un certo senso, ricalca il solco di una vecchia filosofia che tanto ha fatto male a questa città; la filosofia dello scaricare sempre su qualcun altro le colpe manifestamente attribuibili a chi, da parte sua, pratica lo sport dello “scarica barile” a livello professionistico. Persone che a livello politico e amministrativo hanno ricoperto anche ruoli importanti e per periodi lunghissimi in città, non possono, però, allegramente inveire contro le Istituzioni dello stato, additandole di inefficacia ed inefficienza nell’azione amministrativa.
In questo momento difficile, piuttosto che rimboccarsi le maniche per dare un contributo fattivo alla nostra città, il “mutilato” gruppo degli accoliti di Civitas preferisce la critica feroce, comportandosi da “Filosofi” da tastiera, comodamente da casa, a mero scopo propagandistico.
Sarebbe stato molto meglio, per onestà intellettuale e rispetto della cittadinanza, mantenere un livello di interlocuzione e collaborazione, cosa che faccio da tempo, con le stesse Istituzioni per provare a trovare soluzioni, dare suggerimenti e condividere le strategie, sostenendone l’attività per il bene della mia città!!
È questo il modo corretto di porsi verso la nostra comminuta, alle chiacchiere vanno anteposti atti concreti se ne siamo capaci!!
Se Amantea, per la seconda volta nella sua storia, ha subito l’onta dello scioglimento del Consiglio Comunale per problemi di infiltrazioni mafiose, dobbiamo prendere atto che la soluzione ai nostri problemi deve venire da un moto per certi versi “rivoluzionario”. Diciamo la verità, chi oggi raccoglie firme e si “sbatte” per sminuire e attaccare l’azione dei Commissari, ha forse nel suo animo “antico” la voglia di rimettersi a governare la città, senza colpo ferire, e riportare in auge le tradizioni becere e arriviste di un modo di rapportarsi alla cosa pubblica assolutamente inaccettabile. Ed è questo pericolo che i cittadini devono sventare, una volta per tutte, l’arroganza e la smania di potere a tutti i costi!!
Non è certo urlando e starnazzando in Piazza contro i Commissari che la credibilità di un ceto politico lacero e bislacco può riguadagnare terreno, mentre la giustizia continua a guardare con occhi attenti al nostro divenire come città e come comunità. Né un Ministero e né magistratura inquirente, con occhi di oggettività, potrebbero comprendere positivamente un segnale come quello che si è voluto dare con l’inammissibile petizione.
E non è un problema di giudizio sull’operato dei Commissari, che pure va criticato costruttivamente laddove necessario, ma è, semmai, un problema di coerenza e di approccio alla questione politica generale che riguarda la città.
La politica deve necessariamente ritornare protagonista ad Amantea e tutti dobbiamo augurarci di poter decidere fattivamente il nostro futuro, ma, lasciatemelo dire, è arrivato il momento storico di selezionare una classe politica adeguata, che si lasci alle spalle anche lo sport dello scarica barile, odiosissima attitudine di chi non sa fare altro che gestire a proprio vantaggio poteri e posizioni.
Ci sono problemi ad Amantea, tipo quello idrico, quello dei rendiconti non approvati relativi agli anni 2016-2017 e 2018, delle aree degradate, il dissesto finanziario etc. che si trascinano da oltre trent’anni e che non sono mai stati realmente affrontati dalle amministrazioni che si sono succedute in questi anni. Questa è una verità incontrovertibile che sarebbe bene porre alla base dei propri pensieri e dei propri comportamenti. Ma, evidentemente, questo atto di coscienza è alieno ad alcuni personaggi.
Ma non è alieno a noi, che sappiamo e possiamo scegliere la via maestra per la rinascita della nostra città. Non possiamo permettere, una volta finita l’esperienza commissariale, che qualcuno metta in piedi l’ennesimo Cavallo di Troia elettorale, capace di portare all’interno dei nostri ordinamenti i soliti “Achei” faccendieri, pronti a farci trascorrere un altro trentennio di declino sociale ed economico.
Pronti all’ennesimo tradimento del mandato popolare.
Comprendo il nervosismo per il “mega” flop della petizione popolare, rimproverandomi finezze linguiste, il cui invito al sottoscritto è di studiare; dall’altronde se è vero che nella vita non si finisce mai di imparare, certamente non placherò mai la mia voglia di “arricchirmi” culturalmente.
Adesso Amantea deve provare a sorridere, cominciando a farlo anche da subito, commentando quanto scritto sulla stampa dal fatidico Comitato delle “meraviglie” e degli “incubi” di cui sopra.
Se vogliamo davvero cambiare, possiamo farcela insieme, chiudendo le porte in faccia a chi cerca di zittirci solo perché diciamo la verità; non arretriamo di un passo, andiamo avanti per la nostra strada e la sciamo le polemiche sterili agli altri.
Vincenzo Lazzaroli