Riceviamo e pubblichiamo
“Le mie parole in consiglio un anno fa.
Valgono oggi ancora di più.
E per me varranno sempre.
Non riuscirò mai a comprendere posizioni di persone che stimo come il professore Alfonso Lorelli, o altri che sembrano non riuscire a prendere le distanze dalla “zona grigia”, ma in qualche modo l’hanno difesa, protestando per l’arrivo ad Amantea della commissione d’accesso antimafia.
Una distanza che deve partire dai centri di cultura, di formazione ed educazione e far sentire a chi ci sarà dopo ed ora sta crescendo “il puzzo del compromesso morale”.
Non importa se la mafia che vediamo dalle nostre parti sembra meno mafia di quella di Palermo….
Non ci sono misure….
O dentro o fuori.
E se il politico coltiva delle frequentazioni mafiose perché deve vincere le elezioni, noi non possiamo votare l’amico o il parente o il collega perché tanto lui è una persona per bene.
Se fosse davvero per bene chiederebbe i voti sporchi e puzzolenti del mafioso o del colluso o della sua cerchia o accetterebbe i voti chiesti con metodo mafioso?
Pensiamoci bene perché la mafia uccide non solo le persone, ma anche il lavoro, lo sviluppo, l’economia, l’ambiente(e da queste parti lo sappiamo bene) e il futuro dei giovani che non si rendono conto dei pericoli che corrono e della vita che si rovinano con la droga, o aderendo alle organizzazioni criminali.
Pensiamoci.
23 MAGGIO 2018
Questo è stato il nostro modo di onorare la memoria, oggi in Consiglio comunale.
Qualcuno, come il sindaco e la presidente Ciccia, hanno preso questo intervento come un’offesa personale.
Non è così.
Penso che tutti in Consiglio ricordiamo nitidamente quel sabato pomeriggio del 1992 in cui Giovanni Falcone, la moglie e tre agenti della scorta sono stati colpiti a morte dalla mafia.
Penso che tutti ci siamo indignati profondamente.
Ma questa indignazione doveva servirci a rifiutare ogni compromesso, ogni zona grigia, soprattutto volendo ricoprire cariche pubbliche.
Ed invece ancora nel 2017 ed oggi ad Amantea questa “lezione” non è servita a rifiutare ogni vicinanza, ogni contiguità con chi poteva avere utilizzato il voto mafioso per il proprio patrimonio elettorale.
E non doveva esserci nemmeno bisogno delle condanne, peraltro prevedibili, ma solo il rischio di entrare in una zona grigia avrebbe dovuto suggerire enormi distanze.
Nessuna offesa quindi Caterina, ma una riflessione seria che tutti dovremmo fare.
E se senti l’offesa rifletti: essa non proviene dalle nostre parole ma dalle vostre scelte.
Purtroppo!”
MoVimento 5 Stelle Amantea