L’Esecutivo del Partito Democratico di Amantea si riserva di intervenire nel merito dello scioglimento del Consiglio appena saranno note le motivazioni.
La consiliatura Pizzino era comunque giunta al capolinea “per manifesta incapacità” di azione amministrativa”.
È stato questo il motivo per cui, un anno addietro, abbiamo aperto la crisi di maggioranza e perché lo scorso mese di settembre abbiamo chiesto una ulteriore verifica sulle problematiche irrisolte. All’inizio di questo anno, non rilevando significativi cambi di passo, siamo stati costretti a prendere le distanze, tirandoci fuori dalla maggioranza stessa e determinandone, di fatto, la caduta.
Alla luce di tutto ciò, le dichiarazioni rese dall’on. Sapia appaiono fuori luogo, confermando la strumentalità che ha costantemente caratterizzato la iniziativa del M5Stelle.
È grave che l’on. Sapia tratti i cittadini di Amantea come se fossero persone avverse al “bene comune” e non dotate del coraggio della libertà. Scrive infatti Sapia: “la comunità locale avrebbe potuto avere un’altra amministrazione, stabile, coraggiosa e capace, se avesse prevalso il senso del bene comune e il voto libero per la nostra candidata sindaco”. Noi riteniamo che la stragrande maggioranza dei cittadini di Amantea amino il loro paese e che esprimano il loro voto in piena libertà e coscienza. Parole pesanti come le pietre, quelle di Sapia, e di offesa all’intera comunità.
Ma dalla dichiarazione dell’on.Sapia si evince un dato assai più preoccupante per lo svolgimento della vita democratica. Infatti, non è un caso che il M5Stelle sbandiera come una sua vittoria politica lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, criminalizzando, così, lo schieramento politico uscito vincente dalle ultime elezioni comunali.
La prova di tanta strumentalità sta nel fatto che il M5Stelle presenta la prima interrogazione parlamentare per richiedere l’invio di una Commissione d’accesso al nostro Comune il 27 marzo 2017. Ovvero tre mesi prima delle ultime elezioni comunali ed in piena gestione commissariale. Seguiranno, poi, altre due interpellanze parlamentari. Tutte e tre le interrogazioni sono state presentate dalla parlamentare pentastellata Dalila Nesci e tutte si chiudono con un quesito, sempre lo stesso, ovvero se non si ritenga opportuno “promuovere d’urgenza l’accesso al comune di Amantea ai sensi dell’articolo 143 del TUEL” (concernente, appunto, lo scioglimento dei Consigli comunali).
È evidente che la iniziativa parlamentare del M5Stelle prescinde dal merito della attività svolta dalla amministrazione Pizzino e appare pregiudizialmente colpevolista verso il Comune e la città, perfino ritorsiva per il fatto che i cittadini non avevano premiato la candidata Menichino e la sua lista.
D’altronde, che i 5stelle puntassero all’invio della Commissione d’accesso (con tanto di “dossier” autoconfezionato) ce lo conferma anche il tono trionfale dell’annuncio – a mezzo stampa, il 12 aprile 2019 – del sottosegretario, Carlo Sibilia (sottosegretario del M5Stelle agli interni con entrambi i governi Conte) il quale dichiara: “in queste ore sto firmando l’interrogazione parlamentare della deputata Nesci sulle vicende opache del comune di Amantea”. Ma in realtà la Commissione d’accesso si era già insediata.
Lo scioglimento del Consiglio Comunale rischia, dunque, di apparire come un atto politico strumentale e di parte. Tale sospetto è ulteriormente accreditato da un gossip, che se dovesse essere vero svelerebbe una realtà di inaudita gravità. Ci auguriamo, infatti, che sia priva di fondamento la notizia che si va diffondendo in città: parrebbe che addirittura il Presidente della Commissione di accesso sia uno stretto congiunto di una Senatrice CinqueStelle.
Per il resto, aspettiamo di leggere le motivazioni del provvedimento che interrompe la democrazia ad Amantea. Nella consapevolezza che si tratta di una normativa assai discussa, che – nonostante alcuni tentino di ignorare – non ha carattere sanzionatorio ma cautelare.
Esecutivo PD Amantea
Sezione “Moro-Berlinguer”