Di Alfonso Lorelli
“Sembrava che il disastro finanziario e le pessime condizioni generali nelle quali versa la città dovessero scoraggiare molti aspiranti sindaci e consiglieri dal partecipare alla prossima consultazione elettorale. Sembrava ma pare che non sia così. Dai “si dice” e da qualche comunicato stampa si evince che le liste in competizione potrebbero essere molte: quattro, cinque, sei… alcune già pronte, altre in via di formazione, altre ancora in incubazione. Mi chiedo se tutti gli aspiranti protagonisti sanno veramente cosa significherà amministrare Amantea nel prossimo futuro; se lo sanno che soltanto coinvolgendo la maggioranza dei cittadini a partecipare al risanamento finanziario, politico, sociale ed etico si potrà uscire dal tunnel. Ma se è così, considerando che la presentazione di molte liste- stante il sistema elettorale in vigore- darebbe la maggioranza ad una esigua minoranza (forse anche meno del 20%) sarà poi molto difficile, se non impossibile, coinvolgere il maggior numero di cittadini nelle decisioni che andranno prese e che non saranno certo rose e fiori.
Io non so da dove nasce questa esplosione di interesse per l’amministrazione della città: forse dal desiderio di protagonismo, visto che i social ormai fanno sentire anche un imbecille come un premio Nobel; forse da qualcosa di peggio che abbiamo già conosciuto nel passato; forse anche dal desiderio di “mettersi in gioco” per il bene della città, sperando che trionfi uno di questi ultimi, ma non è scritto da nessuna parte che sarà così, perchè nuvole nere aleggiano sulla città.
Io so, però, che questa volta la situazione è molto diversa dal passato, molto più complicata e difficile; perciò la presentazione di troppe liste non sarà un fatto positivo, non significherà maggiore democrazia ma soltanto maggiore frammentazione del consenso su basi familiari, clientelari, amicali, parentali, ed anche peggio. Sarebbe necessario, quindi, unificare le liste che per etica e proposte sono contigue, sacrificando protagonismi e presunzioni, scegliendo come candidati i migliori per scienza ed esperienza; due o tre liste ” di area” che diano la garanzia di ottenere almeno il consenso di un’ampia maggioranza di cittadini. Credo, purtroppo, che alla fine non sarà così, che nessuno dei tanti “aspiranti” sia disposto a sacrificarsi veramente per il bene della città e che trionferanno ancora gli “interessi di bottega” o, peggio, quelli di chi vuole mangiarsi anche le carni straziate di questa città incapace a ritrovare il bandolo della sua intricata matassa”.