“Probabilmente, c’è chi non comprende o non conosce la differenza tra beni immobili e beni mobili, ma, al di là di questo, ciò che ci amareggia, sono le continue polemiche e strumentalizzazioni alle quali, i consiglieri comunali Sandra Ricco e Mauro Avolio, espongono la nostra comunità. Hanno da ridire su ogni cosa e, seguendo questa mania di protagonismo, arrivano a compiere errori grossolani, davanti ai quali esprimiamo disarmante imbarazzo.
Ma tant’è! Non ci resta che rispondere, ancora una volta, sperando in un sussulto di orgoglio, da parte dei componenti della minoranza, che dovrebbero avere più a cuore il futuro del proprio Paese e non la difesa, ormai ingiustificabile, di chi invece sta provando a tutelare interessi privati. Perché ormai il nocciolo della questione è assai palese: il nostro Comune, insieme a Guardia Piemontese, sta lottando per la trasparenza e per porre fine al monopolio sulla gestione delle Terme, dando spazio alla libera concorrenza ed al bando per la nuova concessione. Il resto sono le solite litanie, di chi, per troppo tempo, ha accentrato tutto a sé, bloccando i processi di crescita e di sviluppo del nostro territorio.
Ma iniziamo dall’invitare i consiglieri comunali Ricco ed Avolio ad informarsi ed a leggere le documentazioni. Infatti, l’inventario a cui fanno riferimento – datato 20 settembre 2016 – è relativo ai beni mobili e non ai beni immobili. Beni immobili, che, lo ricordiamo, erano già stati richiesti nel mese di Gennaio 2019, dopo il termine della proroga contrattuale, scaduta il 31 dicembre 2018. Inoltre, v’è da sottolineare, che, molti di questi beni da restituire, sono inutilizzati da anni, nonostante, la stessa Sateca, ne detiene il possesso da oltre 80 anni. Dunque, pensiamo che, gli stessi, non siano evidentemente necessari alla prosecuzione delle attività e, perciò, non si comprende per quale motivo non dovrebbero essere restituiti e dovrebbero, invece, rimanere nello stato di totale abbandono in cui, molti di essi, si trovano.
Probabilmente è ancor più utile ricordare, che le normative che regolano i bandi e le procedure di gara, impongono che, per completare l’iter procedurale, i beni immobili devono necessariamente essere nella disponibilità delle Amministrazioni che lo emanano.
Ma se ciò non bastasse ad arginare il fiume delle menzogne, alimentato anche dagli atteggiamenti dei consiglieri Ricco ed Avolio, sottoponiamo un altro dato rilevante, che è sotto gli occhi di tutti: la maggior parte delle attività termali vengono svolte, dall’attuale gestore, all’esterno del compendio termale e non nelle strutture per cui è stata chiesta la restituzione. A tal proposito, oltre a ribadire l’assoluta necessità della prosecuzione delle attività termali, che le Amministrazioni comunali di Acquappesa e di Guardia Piemontese hanno già dichiarato di volere e di pretendere, si precisa che, laddove ci dovessero essere strutture, tra quelle da restituire, che dovessero rivelarsi assolutamente indispensabili per la prosecuzione delle attività, le stesse Amministrazioni non avrebbero alcun motivo ostativo a concederne l’uso momentaneo, sino all’individuazione del nuovo soggetto gestore, nonostante la proposta avanzata dei consiglieri Ricco e Avolio, è comunque irricevibile, perché andrebbe a violare le normative vigenti.
Infatti, l’accordo dell’8 febbraio 2019, prevede la prosecuzione delle attività e non, come asserito dalla minoranza consiliare, la totale gestione del compendio termale. La procedura paventata, sempre dall‘opposizione, oltre a non essere applicabile in quanto illegittima, costituirebbe, se per assurdo venisse applicata, un prolungamento dell’attuale stato di monopolio, a dispetto della libera concorrenza e del libero mercato che, invece, costituiscono l’obiettivo primario delle Amministrazioni comunali di Acquappesa e di Guardia Piemontese. Un obiettivo, che, speravamo, potesse essere condiviso dalle minoranze. Ed invero, lo auspichiamo ancora”
L’amministrazione comunale di Acquappesa