Di Giovanni Pastore. Fonte ed articolo: Gazzetta del sud. Edizione online
Benvenuti nel Cosentino, la terra dei ritardi, un luogo che è, soprattutto, la cattiva coscienza dei governi che, in questi anni, si sono sempre smarcati davanti alla disperazione di un popolo.
Un altrove che i politici hanno riempito esclusivamente di promesse per riscuotere consensi elettorali. E così, qui tutto diventa difficile, a volte, addirittura, impossibile. Un mondo a parte dove tutto gira sempre più lentamente rispetto la resto del paese.
Giovedì sera, il Frecciarossa 9587, la Torino-Reggio Calabria, ha raggiunto la stazione di Paola, oltre le 21, con 97 minuti di ritardo. E i passeggeri che avrebbero dovuto cambiare per Cosenza non hanno più trovato la coincidenza ad attenderli: il trenino era già partito da tempo, incurante del mancato arrivo del treno principale.
I viaggiatori che hanno potuto si sono serviti della pazienza e della buona volontà di familiari e amici che con mezzo privato hanno raggiunto lo scalo del Tirreno. Gli altri hanno dovuto aggiungere attese ai ritardi per arrivare a Vaglio Lise alle 22.30 circa.Una storia che conferma la “separazione in casa” tra divisioni di Rfi: quello che fanno le lunghe percorrenze è ignorato dal governo delle tratte regionali.
E così le coincidenze non si incastrano mai. I treni locali ignorano che i passeggeri tardano a raggiungere questa terra per colpa di altri treni. E così i convogli della tratta regionale, spesso, girano a vuoto. Ma un collegamento gestito a perdere, a chi conviene? Sicuramente non all’Azienda ferroviaria. E nemmeno all’utenza.