66.388 fiale inoculate in Calabria sotto la voce “altro”. Di Natale: “Cosa vuol dire? I nostri dubbi sono confermati? Dosi somministrate a chi? La Giunta regionale faccia chiarezza. Pronto ad azioni eclatanti”.

“Come se non destasse già abbastanza sospetto che in Calabria ci sarebbero ottantamila fiale circa registrate sul portale nazionale e probabilmente mai somministrate per i fatidici richiami agli aventi diritto, apprendo dal consueto report, consultabile sul sito del Governo Italiano, che nei dati inerenti la nostra regione ci sono più di sessanta seimila fiale inoculate sotto la voce ‘Altro’ senza specificare nessuna categoria, tantomeno soggetti fragili. Ritengo questo un fatto gravissimo sul quale pretendo immediatamente chiarezza da parte della giunta regionale”. Lo afferma in una nota ufficiale il Segretario-Questore dell’assemblea regionale della Calabria, Graziano Di Natale, nell’ennesima denuncia pubblica sulla campagna vaccinale, che così prosegue: “Chi sono gli altri? Cosa sta succedendo? Penso, da un punto di vista istituzionale e umano, che avere chiarezza, a seguito delle nostre denunce su presunte zone d’ombra nella gestione delle vaccinazioni, sia lecito.
In una regione normale sarebbe scontato avere delle spiegazioni precise al fine di scacciare ogni dubbio che lede la dignità dei Calabresi, inorriditi dinnanzi ad uno scempio gestionale, di per sé grave, arricchito da dubbi e silenzi che lascerebbero presagire niente di buono”.
Il vicepresidente della commissione regionale contro la ‘ndrangheta, analizzata la situazione, afferma: “Ogni giorno la Calabria è alla ribalta nazionale, anche, per colpa di una campagna di immunizzazione pessima. I sindaci sono abbandonati a loro stessi sui territori, non ci sono fiale. Le dosi per i richiami arrivano dopo i fatidici ventuno giorni, e il sistema delle prenotazioni sulla piattaforma presenta ancora defezioni, tanto che molti soggetti ‘fragili’ devono vaccinarsi fuori dalla propria provincia di competenza, e devono farlo a discapito di palesi difficoltà logistiche: È una vergogna.
Auspico -conclude- che venga fatta luce sullo strano caso delle sessantasei mila fiale somministrate ad altri. Sarebbe inaccettabile per i Calabresi costretti a vaccinarsi fuori provincia, o ancora in attesa della prima dose, pensare che siano al palo per far spazio agli amici degli amici. Da rappresentante del territorio, che tutelo, pretendo risposte immediate e, qualora non arrivino, sono pronto, appena possibile, ad azioni eclatanti per tutelare il diritto alla salute dei Calabresi. Sono stanco di questo modo di gestire la cosa pubblica e rompendo il tono istituzionale finora avuto mi ribello a tutto ciò”.

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