Di Maria Lombardo
Si terrà a Reggio Calabria Sabato 2 giugno 2018 la manifestazione nazionale contro la criminalizzazione del Sud Italia denominata UNITI O MORTI – Join or Die. UNITI O MORTI è un corteo pacifico, a cui prenderanno parte molti di quei cittadini vittime di errori giudiziari e criminalizzazioni gratuite. Parteciperanno numerosi imprenditori che si sono visti chiudere le loro attività per via della legge sulle interdittive antimafia che da strumento di prevenzione e lotta della malavita si e trasformata in una sorta di punizione marziale per un intero territorio. Non mancheranno anche molti dei sindaci dei comuni calabresi sciolti per infiltrazioni mafiose.
La manifestazione si pregia della collaborazione delle maggiori associazioni meridionaliste che partecipano con noi contro la criminalizzazione diffusa e discriminante: Briganti attivisti, Movimento DuoSiciliano e Tavola Meridionale.
Oltre al corteo che culminerà con la donazione di una significativa scultura alla città di Reggio Calabria, sono previsti anche una serie di attività organizzate dal comitato scientifico della manifestazione, tra cui un dibattito pubblico e degli interventi da parte di autorevoli personaggi i cui nomi sveleremo nei prossimi giorni.
“La gente del meridione d’Italia è schiacciata da una morsa mortale: da un lato la pressione asfissiante delle mafie e dall’altro la criminalizzazione, la discriminazione e l’interdizione dell’antimafia. Si è persa ogni misura ed ogni equilibrio. Quotidianamente decine di persone vengono arrestate in procedimenti che sono praticamente privi di prove documentali: si rischia di venire coinvolti in procedimenti giudiziari per una parola. L’uso selvaggio e strumentale delle intercettazioni impiegate a totale discrezione degli inquirenti crea una condizione di negazione della libertà dell’altro e fa venire in mente quei territori in cui regna lo stato di polizia.” – dichiara Rosy Canale – promotrice dell’iniziativa e coinvolta nell’Operazione Inganno nel 2013. “Solo nell’area metropolitana di Reggio Calabria oltre 500 aziende sono state chiuse per interdittiva antimafia. Interidittive contraddittorie, fondate su un caffè al bar, frequentazioni giovanili, parentele di settimo grado… Centinaia di lavoratori a spasso, famiglie sul lastrico: volete davvero farci credere che siamo tutti mafiosi??? La gente ha il terrore persino di entrare in un bar, per il timore di chi ci sia li dentro e poter essere in qualche modo associato a questi. Basta una foto, un nulla e sei finito. Scendiamo per strada per dire basta con la criminalizzazione gratuita! Chiediamo una giustizia concreta, meno spettacolare: più risultati e meno reality show!”