L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che colpisce il cervello e che rappresenta una delle principali cause di demenza negli anziani. Nel corso degli ultimi anni, l’incidenza di questa malattia è aumentata in modo significativo, anche a causa di abitudini alimentari e di vita scorrette. “Vivere a lungo e in salute contro l’Alzheimer. Una sfida del nostro tempo” è l’iniziativa promossa da Auser e Rete dei Beni Comuni, tenutasi nell’Auditorium del Santuario di Paola. Un convegno che ha registrato il sold-out, con una sala gremita nei suoi 400 posti a sedere.I lavori sono stati moderati dal dottor Roberto Pititto medico e dirigente Uniauser. Si è parlato di prevenzione e cura con ospiti illustri di chiaro respiro internazionale. Ad aprire i lavori padre Gaetano Nicolaci dell’Ordine dei Minimi che si è soffermato sull’esempio, l’alimentazione e lo stile di vita salutare, nonostante appartenesse ad un’altra epoca, di San Francesco.È poi seguito l’intervento del capogruppo consiliare di Rete dei Beni Comuni, Andrea Signorelli, che ha fatto un excursus sull’evoluzione umana e sull’importanza della ricerca scientifica: “Immaginiamo di condensare in un solo secondo i 50.000 anni di storia dell’umanità… Nel proseguire questo cammino, mentre si estirpavano le vecchie malattie, se ne creano di nuove, nuovi problemi, nuovi pericoli da affrontare”. Non sono mancati poi riferimenti al supporto delle associazioni del territorio che, nel silenzio e senza parate, stanno dando il proprio contributo per l’apertura del reparto di Emodinamica presso l’Ospedale di Paola. “A loro va tutto il nostro ringraziamento. Anche questo è segno di evoluzione”. Ha poi aggiunto: “Viviamo in un mare di opportunità, aree inesplorate del sapere che aspettano solo di essere scoperte, e in tutto questo la ricerca scientifica diventa simbolo di rinascita e di evoluzione”.Adottare uno stile di vita sano e attivo e curare l’alimentazione. Sono stati i temi trattati prima da Valter Longo (professore di Biogerontologia e Direttore del Longevity Institute della University of Southern California di Los Angeles) che si è soffermato sulla sua scoperta della cosiddetta dieta della longevità e poi dal professore di Biochimica presso l’Università Sapienza di Roma, Eugenio Barone. Come ha spiegato proprio Barone uno dei rischi principali è rappresentato dall’obesità e dal diabete, quindi una dieta sana ed equilibrata è essenziale per mantenere la salute del cervello. In particolare viene consigliato di seguire una dieta mediterranea, che prevede il consumo di frutta, verdura, cereali integrali, pesce, legumi e olio d’oliva, limitando invece il consumo di carne rossa e di cibi ad alto contenuto di grassi saturi. È anche importante mantenere una buona attività fisica e mentale, evitare il fumo e limitare il consumo di alcol. Studi recenti hanno dimostrato che l’esercizio fisico regolare può ridurre il rischio di sviluppare l’Alzheimer del 50% circa, grazie al miglioramento della circolazione sanguigna e dell’ossigenazione del cervello. La cura dell’Alzheimer come ha tra l’altro evidenziato Patrizia Mecocci, professore di Gerontologia e Geriatria presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Perugia e Foreign Adjunct Professor in Geriatria Traslazionale presso il Karolinska Institute di Stoccolma, rappresenta invece una sfida complessa, data la complessità della malattia e la mancanza di cure definitive. Oggi esistono farmaci che possono rallentare la progressione della malattia e migliorare i sintomi, ma non esiste ancora una cura definitiva. Tuttavia, la ricerca scientifica sta facendo importanti progressi nella comprensione dei meccanismi che stanno alla base dell’Alzheimer e nella ricerca di nuove terapie. Una delle aree di ricerca più promettenti riguarda la diagnosi precoce della malattia, che può consentire di iniziare le cure prima che i sintomi diventino irreversibili. Inoltre, negli ultimi anni sono state sviluppate nuove e innovative terapie.
A concludere è stata Amalia Cecilia Bruni, professore di Neurologia e genetica medica e direttrice del Centro Regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme, la quale si è soffermata sui servizi presenti sul territorio e la necessità di implementarli per rispondere alle esigenze delle persone con demenza, dei caregivers e dei loro familiari, riducendo il pericolo di isolamento sociale e migliorando la qualità della vita.
Il Gruppo Consiliare Rete dei Beni Comuni