Oggi le massime autorità istituzionali della regione sono a San Luca (RC) per celebrare il 28esimo anniversario della morte di Giovanni Falcone, della moglie e dei tre agenti di scorta, ma anche per testimoniare la voglia di riscatto e di rinascita della Calabria.
Il ricordo della strage di Capaci e il sacrificio di Falcone, della moglie, Francesca Morvillo, e degli uomini della scorta devono continuare a rimanere impressi nella memoria di tutto il Paese e, soprattutto, di quelle comunità che hanno conosciuto il potere e la sopraffazione della mafia.
San Luca, per troppo tempo, è stato il paese simbolo della ‘ndrangheta, di una Calabria finita sotto il giogo della più grande e potente holding criminale del mondo. San Luca e tutti i suoi cittadini perbene hanno però già ribadito da tempo da che parte vogliono stare: quella dello Stato, delle istituzioni democratiche, della legalità.
San Luca, oggi è l’emblema di una Calabria che sogna e insegue con determinazione e coraggio il suo riscatto. L’elezione di un nuovo consiglio comunale, avvenuta lo scorso anno dopo un lungo periodo di commissariamenti, è un segno tangibile di questo graduale e costante processo di crescita sociale e istituzionale, rispetto al quale sento di ringraziare il sindaco Bruno Bartolo e Klaus Davi, la cui passione democratica ha consentito al Comune di San Luca di tornare alla normalità».
Sono dunque tanti i motivi per cui è importante ricordare la strage di Capaci a San Luca. Da questo luogo simbolo, verrà ribadito, ancora una volta e al di là dei diversi schieramenti politici, che i calabresi e i cittadini del Sud sono e saranno sempre al fianco degli uomini come Falcone, dalla parte dello Stato.