Belvedere Marittimo: Francesco Lauria e il messaggio dell’Amore Misericordioso di Madre Speranza di Gesù.

Di Mariarosaria Valente

Esaustivo e carismatico tale da far muovere gli animi dei presenti.

Esaustivo, fluido nel suo lessico forbito ma conciso. Parole di speranza miste ad una concretissima testimonianza di fede, materializzatasi in un dialogo “empatico” con l’interlocutore. Non è sufficiente descrivere in poche righe la figura di Francesco Lauria, classe 1971 e autore del libro “Eterna è la sua Misericordia” – Madre Speranza di Gesù, Ancella dell’Amore Misericordioso” presentato ieri, Sabato 14 Settembre alle ore 19:00, presso la chiesa del Santissimo Crocifisso.

Un evento non casuale, ma dichiaratamente voluto nel giorno della ricorrenza dell’Esaltazione della Croce. Definire libro l’opera di Lauria, è riduttivo se si pensa all’inestimabile lavoro dietro ogni pagina, frutto di una penna, che seppur esordiente, arricchisce la conoscenza e lo spirito.

Una guida non impropriamente divina che si fa testimone di un messaggio, quello che l’autore stesso vuole veicolare, ovvero quello dell’incommensurabile Amore di Dio per tutte le sue creature.

Lo stesso messaggio che ci ha lasciati Beata Madre Speranza di Gesù, la mistica spagnola vissuta lo scorso secolo, fondatrice delle Ancelle dell’Amore Misericordioso e dei Figli dell’Amore Misericordioso, a cui Lauria dedica per intero il suo testo.

173 pagine impregnate di storia, preghiere, riflessioni teologiche e arrichite da un piccolo archivio fotografico che ritrae Madre Speranza in alcuni momenti della sua vita. Se è consuetudine discutere prima circa la genesi delle proprie opere, Lauria si è distinto per aver esordito la presentazione delle tre parti quali è diviso il libro .

Nella prima parte, viene delineato un quadro della spiritualità della mistica di Collevalenza, sottolineando aspetti tipici come quella devozione quasi indescrivibile a Gesù e alla Vergine Maria in contrapposizione alla dura lotta con il maligno.

La seconda parte è invece dedicata agli eventi straordinari della vita di Madre Speranza con il solo scopo di propinare, ancora una volta, la Misericordia infinita di Dio per noi. Questa sezione narra dunque fenomeni di bilocazione, momenti di estasi, dei miracoli avvenuti per sua intercessione: citato è il “ segno del cambiamento dell’acqua in vino” avvenuto in via della Calisina, a Roma, durante l’anno giubilare del 1950. L’ultima parte, intermediata dalla precedente dalla “Novena all’Amore Misericordioso”, narra di itinerari di Collevalenza, terra nella quale si sono verificati fatti umanamente inspiegabili; enfatizzato è il prodigioso beneficio dell’”Acqua Viva” del Santuario della cittadina umbra, che “se assunta con fede, può guarire le ferite del corpo e dell’anima”.

L’autore non ha mancato di riferimenti alla figura di San Giovanni Paolo II, che terminato l’iter delle cure mediche necessarie alla sua ripresa fisica, si recò a Collevalenza, primo luogo di pellegrinaggio fuori le mure vaticane all’ indomani dell’attentato del 13 Maggio 1981; tra le pagine finali, una foto che lo ritrae chino su Madre Speranza a baciargli il capo.

A conclusione della presentazione, Lauria si racconta, o meglio, spiega le origini del suo libro e di come venne a conoscenza di Collevalenza. Una grave malattia aveva messo a dura prova la vita di sua moglie Patrizia, costretta a sottoporsi ad un ciclo di chemioterapia. “In occasione del nostro anniversario di matrimonio, il 24 Giugno 2014 ci recammo a Collevalenza per la prima volta. Pregammo sulla tomba di Madre Speranza, poi mia moglie fece l’immersione nella piscina. Al tempo abitavamo a Treviso, e di rientro, il 9 Luglio dello stesso anno, andammo come di programma in ospedale per la consueta seduta di chemioterapia. Il primario dell’epoca decise di interrompere le cure a Patrizia poiché stava bene ed era del tutto guarita. Tornammo a Collevalenza per ringraziare Dio e Madre Speranza per la sua intercessione; di lì venni a contatto con uno dei suoi figli spirituali, Padre Pietro Iacopini, il quale mi conferì il compito di scrivere un libro dedicato alla sua Mamma, fornendomi diari, biografie, foto, letture”, elementi utili al fine dell’egregia stesura di un libro di questo calibro. Il saluto finale da parte del parroco don Francesco Maria Castelluzzo, ha espresso la stima per l’autore e sua moglie Patrizia, suoi figli spirituali, ponendo l’attenzione sulla bellezza della chiesa dedicata Santissimo Crocifisso che “pur non avendo particolarità in ambito architettonico, attrae molta gente, pronta a fare chilometri per venire qui”.