Di Settimio Alò
“Oggi in veste di Delegato della Sindaca di Roma come Ufficiale Dello Stato Civile ho celebrato il mio primo matrimonio nel xv Municipio”. Iniziamo da queste precise ed emozionanti parole pronunciate da Antonello Derenti, non appena terminata la celebrazione di un matrimonio nel XV municipio a Roma, nella veste di primo cittadino, in assenza di Virginia Raggi.
Gli sposi onorati e felici della firma apposta da Antonello “sindaco” sono Gianluca Trotta e Valeria Bordusa. “Via” da San Lucido da un bel po di anni, Antonello, residente a Ronciglione provincia di Viterbo, ma praticamente dimorato a Roma, non ha solo scalato traguardi importanti nel settore di lavoro di competenza, ma raggiunto obiettivi politicamente altrettanto lusinghieri e blasonati. Un giornata dunque da trascorrere nelle vesti del sindaco della Roma Caput Mundi, oggi più che mai vessata da problemi e problematiche pare irrisolvibili, per sperimentarne gli onori, ma anche gli oneri, le responsabilità, i doveri, capendo meglio la mole di lavoro che il primo cittadino di una metropoli da 3 milioni di abitanti, deve affrontare ogni giorno e le tante piccole o grandi emergenze che possono sopravvenire in ogni istante.
Estimatore di passate amministrazioni ed amministratori, notoriamente oppositore di una politica pentastellata, in carica nella capitale che ad oggi palesemente, come media e carta stampata riferiscono, evidenti benefici non ne hanno apportato, Antonello Derenti a suo modo e con il suo garbatissimo stile, cerca sempre una via o una strategia per avvicinare i più giovani alla politica, magari ripristinando un rapporto di fiducia con quella generazione allontanata dalle Istituzioni da movimenti di protesta, che in maniera generica tentano di demonizzare tutta la politica senza distinzioni. Di indubbia qualità etica morale, ci auguriamo che il nostro sanlucidano scali ulteriormente vette e mete a lui più consone, meritorie di una carriera finora di alto profilo.