Di Antonello Troya.
“Sei una puttana”. Non servi ad un cazzo, ti spacco la faccia. Ti ammazzo”.
Queste frasi, accompagnate con un perdurante stato di sottomissione psicologica e violenza fisica, hanno segnato la vita di una donna di Belvedere Marittimo.
Il marito (ormai ex), un uomo del luogo ma nato a Cosenza, secondo quanto raccontato dalla donna, non perdeva occasione per sferrare pugni, calci e tirarla per i capelli. Una serie infinita di minacce che hanno poi portato la donna a recarsi dagli avvocati e presentare denuncia per maltrattamenti e violenza contro il coniuge. Tutte accuse ovviamente da dimostrare in fase processuale.
Ieri mattina dinanzi al Tribunale Penale Monocratico di Paola, è iniziato ed è stato rinviato al prossimo 3 marzo, il processo a carico del belvederese accusato di maltrattamenti e lesioni aggravate a danno della sua ex moglie. Nei confronti dell’imputato, difeso dagli avvocati Giorgio Liserre del Foro di Roma e Stefania Scoglio del Foro di Paola, lo scorso 7 aprile, il GUP aveva disposto il giudizio presso il Tribunale Penale di Paola, tenuto conto delle fonti di prova e delle risultanze dell’udienza preliminare.
La vittima, già costituitasi parte civile dinanzi al Gup e, attualmente, rappresentata dall’avvocato Francesco Liserre è, altresì, supportata dall’Associazione Artemisia Gentileschi che si prefigge, quale principale scopo statutario, la tutela delle vittime di violenza da cd “Codice Rosso” ed è rappresentata dall’avvocato Orsola Silvestri la quale ha anticipato la costituzione dell’associazione medesima per la prossima udienza che sarà interamente dedicata all’esame della persona offesa.
Nella articolata denuncia la donna aveva presentato anche una serie di referti rilasciati dagli ospedali e strutture private. Presunte violenze che sono andate avanti dal 2008 al 2020.