Riceviamo e Pubblichiamo il testo della Denuncia-Esposto del Codacons Calabria
PREMESSO CHE
La situazione sanitaria di “Villa Torano” sita in Torano Castello, risulta al limite del comprensibile stante le notizie incredibilmente contrastanti poiché:
in data 9.4.2020 si ha un comunicato stampa da parte di Massimo Poggi, Presidente di “Vivere Insieme” a capo della RSA “Villa Torano”, con la quale si proclamava la messa in sicurezza di tutte le RSA appartenenti al gruppo, per quanto concerne il Covid-19; Poggi, infatti, affermava che tutto era sotto controllo (sebbene nessun tampone era stato, evidentemente, eseguito, come da indicazioni regionali);
che 4 giorni dopo la auto proclamazione (dubbia, per i motivi che si diranno oltre, e che appare un tentativo di celare realtà ben conosciute che stavano per esplodere innanzi alla opinione pubblica) si ha, su tutta la stampa, notizia di una paziente ricoverata all’Ospedale Annunziata di Cosenza (ricovero del 13 aprile) poiché GIA’ RISULTATA POSITIVA al Covid-19 ed in gravi condizioni;
che sempre in data 14 aprile si ha notizia (il Fatto di Calabria) che i casi positivi a Villa Torano sarebbero stati già 22;
che il 15 aprile la notizia veniva riportata come “bomba sanitaria” con 59 casi positivi;
che (e qui ci si riallaccia alla “conoscenza” del pericolo Covid in struttura sin prima della nota a firma Massimo Poggi del 9 aprile) nei paesi vicini Torano (Acri, Luzzi, Bisignano, Rose, Lattarico) già si sapeva di casi positivi a “Villa Torano” e che sarebbero stati tenuti nascosti mentre il direttore Sanitario, Dott. Luigi Pansini, sarebbe rimasto “stranamente” vago sulla situazione in struttura;
che la “bomba” è sembrata tanto inarrestabile che si è parlato di oltre 80 contagi già alla sera del 15 aprile;
che il DG del Dipartimento Salute Dott. Antonio Belcastro – a differenza di quanto accaduto per la RSA di Chiaravalle – ha subito autorizzato il trasferimento dei pazienti NON COVID a Mottafollone, in altra RSA riconducibile sempre a “Vivere Insieme”. E tanto su proposta della proprietà subito accolta dal Belcastro;
che per cose del tutto sovrapponibili (RSA di Bocchigliero e Chiaravalle) vi sono stati provvedimenti di chiusura mentre, per quanto concerne quella a cui capo c’è Vivere Insieme, non solo non si parla di chiusura ma la IMMEDIATA firma del DG (14 aprile) sembra premiare il Poggi garantendogli finanche di non perdere le rette;
che la vicenda dei tamponi “da rifare” – cosa che ha certamente creato danno erariale e danno alla salute dei cittadini (si pensi solo che ad alcuni operatori sanitari del Pugliese si sarebbero visti “superare” dai pazienti di “Villa Torano” e non hanno potuto procedere alle analisi) – appare paradossale, non credibile, ai limiti del lecito e, soprattutto – anche per le nette smentite dell’ordine degli infermieri – lascia seri dubbi sui motivi di tale “ripetizione”;
che non è dato comprendersi neppure perché i tamponi non sono stati “processati” nel laboratorio della AO Annunziata di Cosenza e che, per motivi ignoti, ciò sia stato fatto a Catanzaro (in realtà Giammario Poggi avrebbe giustificato in TV in data 16.4 – diretta di Articolo 21 – il fatto con l’impossibilità di consegnare i tamponi di notte all’Annunziata. Ma, c’è da chiedersi, anche se così fosse, l’urgenza della procedura tutta – se ogni cosa era sotto controllo e se vi era un solo caso sospetto – appare incomprensibile;
che si è data notizia che i primi tamponi sarebbero stati acquisiti da un infermiere che non avrebbe utilizzato guanti sterili, ma che sul punto vi è formale smentita da parte dell’Ordine degli Infermieri che nega, risolutamente, che qualche infermiere avrebbe eseguito i prelievi;
che i tamponi (500) sarebbero stati dati in mano dei Poggi con una procedura assolutamente inusuale direttamente dalla Protezione Civile Regionale;
che da tale procedura, insolita (a dir poco), può configurare anche il reato di abuso d’ufficio. Ed infatti, con un solo caso sospetto (per come si è sostenuto) la cosa si presenta assolutamente irrazionale ed irrispettosa nei confronti di tutti i sanitari che ogni giorno lavorano a contatto con malati Covid (rianimazione, radiologia, pronto soccorso, personale 118) che ancora non sono stati sottoposti ad alcun tampone;
che sul punto (e su altro) è stata rilasciata anche una intervista video dal Commissario dell’ASP di Cosenza Giuseppe Zuccatelli che afferma cose che appaiono incomprensibili, illegittime e gravi e che da sole giustificano una inchiesta;
che sia l’eventuale tentativo di non far “pervenire” i dati per come sono ovvero di non aver subito provveduto a segnalare i sospetti Covid con ogni procedura consona al pericolo, può aver causato epidemia e quant’altro alla stessa legata;
che si può immaginare – anche per le cose che si diranno di seguito – che la proprietà della struttura possa contare su amicizie ed appoggi;
che, infatti ed ad esempio, da circa due anni – e con moltissime pec a cui il DG Belcastro non ha mai inteso rispondere – si sono segnalate criticità in strutture della “Vivere Insieme” (San Francesco Hospital e Madonna di Porto) fatto questo che ha fatto ritenere di segnalare già alla Procura della Repubblica di Catanzaro una possibile vicinanza del DG alla proprietà (è stato segnalato, anche, che la suocera, deceduta i primi di aprile 2020, era ricoverata in una delle strutture della “Vivere Insieme” e che lo stesso Belcastro avrebbe avuto messo a disposizione a titolo gratuito un appartamento da parte dei vertici dell’associazione). C’e da aggiungere che i fatti, a cui il Belcastro non ha inteso dare riscontri, segnalati anche in altre querele con tanto di copia di direttiva della dott.ssa Pontieri, si sono “tradotti” in una inchiesta per maltrattamenti al SFH mentre a Madonna di Porto – dove si segnalavano “abbandoni notturni dei pazienti” – vi è stato un morto a Natale poiché scappato dalla struttura e trovato nel fiume Corace;
che le situazioni qui indicate, qualora non vengano ad essere accertate con estrema urgenza, potrebbero causare focolai inarrestabili con pericolo evidente di numerosi decessi. Inoltre la documentazione inerente alle indagini – si pensa, ad esempio, alle cartelle cliniche atte a comprendere se vi erano stati febbrili nei pazienti ovvero che potrebbero far emergere cartelle cliniche incomplete e/o tralasciate – potrebbe ben essere modificata;
che il tentativo di inquinare le prove non è solo una dato supposto e supponibile ma è un dato concreto stante anche il fatto che Massimo Poggi è già stato condannato, in via definitiva (Sent. Pen Trib di Catanzaro 876/08) per aver tentato di estorcere da dipendenti testimonianze favorevoli alla associazione;
che Claudio Parente, formalmente non in associazione ma sempre alla guida della stessa, è il portatore di numerosissimi interessi politici e di voti tanto da avere influito alla vittoria del Presidente della Giunta Regionale;
che mal si comprende come e a che titolo – laddove nulla avesse a che fare con la associazione – si sarebbe trovato nei laboratori dove vengono processati i tamponi.
La competenza si appalesa in capo all’intestata Autorità alla luce del rapporto di accreditamento delle strutture riconducibili a “Vivere Insieme” con la Regione Calabria.
Alla luce di quanto sopra esposto, si
CHIEDE
che l’Ufficio di Procura si attivi nell’immediatezza, assumendo ogni e più opportuna iniziativa finalizzata ad acclarare tutte le eventuali omissioni, complicità ed azioni che avrebbero portato a nascondere la positività di alcuni ricoverati e, nel contempo, si garantisca alle persone il rispetto dovuto senza trattarli come pacchi da spostare a secondo, così parrebbe, delle esigenze
economiche di privati.
Si verifichi, inoltre, ogni attività propedeutica, prodromica ed anche successiva l’accreditamenti delle strutture al fine di garantire il rispetto della dignità umana e le condizioni igienico-sanitarie per accogliere in regime di convenzione gli ospiti.
Si chiede, altresì, che codesta Autorità, si attivi nell’immediatezza, assumendo ogni e più opportuna iniziativa finalizzata a garantire il rispetto della persona e il diritto alla salute, verificando la sicurezza di ospiti e personale ed intervenendo per tutelare gli ospiti delle RSA ed il personale medico.
Laddove l’Autorità adita lo ritenesse, si potrebbe chiedere una immediata verifica da parte delle Forze dell’Ordine presso le citate strutture a garanzia della salute pubblica nonché presso la Protezione Civile Regionale affinchè sia chiaro che i “tamponi” non possono essere consegnati a chiccessia.
Ma anche procedere al sequestro degli esami effettuati e incredibilmente non ritenuti veritieri.
Si proceda, quindi, nei confronti di tutti i soggetti ritenuti responsabili, per tutti i reati che saranno riscontrati dall’Autorità procedente.
Si chiede, altresì, di essere avvertiti, ai sensi e per gli effetti di cui agli artt. 405 e 408 cpp, nell’ipotesi in cui venga richiesta la proroga dei termini delle indagini ovvero l’archiviazione del presente atto.
Antonello Fabiano Alfredo Serrao francesco di lieto