Ha iniziato a collaborare con la giustizia Salvatore Stambè, 42 anni, di Sant’Angelo di Gerocarne, residente in provincia di Asti e coinvolto nell’operazione antimafia denominata “Barbarossa” della Dda di Torino, scattata nel maggio dello scorso anno. Si tratta del fratello di Domenico Stambè, classe 1962, l’autotrasportatore ucciso a Sant’Angelo di Gerocarne il 4 marzo del 2017.
Un delitto sul quale indagano i carabinieri di Vibo Valentia e Serra San Bruno, che – grazie alla sinergia con i colleghi piemontesi – potrebbero ora fare definitiva luce grazie alle dichiarazioni di Salvatore Stambè.
Già l’inchiesta “Barbarossa aveva tratteggiato le tensioni tra la vittima e gli stessi congiunti in seno alla società mafiosa di Asti. All’origine, secondo l’inchiesta, un’aggressione che Angelo Stambé, fratello di Domenico del nuovo collaboratore di giustizia Salvatore Stambè, avrebbe subito in carcere da due detenuti comuni, dopo l’arresto nel 2013 per il trasporto di un arsenale (20 fucili e 13 pistole).
Domenico Stambè pretendeva che quell’affronto fosse vendicato per salvaguardare il buon nome della famiglia, cosa che però non avvenne. Si sarebbe così creata una frattura verticale tra gli stessi Stambè, che avrebbe raggiunto il punto di non ritorno quando in occasione dell’affiliazione del figlio di Angelo Stambè, di nome Antonio, contro Domenico Stambé si sarebbe schierato proprio Salvatore Stambè, che ha ora deciso di saltare il fosso e collaborare con la giustizia.
Fonte LaCnews