La Corte di Appello di Catanzaro, nei giorni scorsi, a seguito di concordato tra le parti, ha rideterminato, in anni due di reclusione ed euro cinquecento di multa, la condanna nei confronti della giovane donna di Scalea, imputata di estorsione aggravata a sfondo sessuale a danno di un noto insegnante di Diamante in pensione. In primo grado, a seguito di giudizio abbreviato, la donna era stata condannata a 3 anni e 4 mesi di reclusione, con l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici, oltre al pagamento di una provvisionale e delle spese processuali in favore della costituita parte civile. L’imputata, difesa dall’avv. Giuseppe Mandarino, era stata accusata di estorsione a sfondo sessuale nei confronti di un anziano insegnante di Diamante. La vittima, difesa dall’avv. Francesco Liserre, si costituiva parte civile nei confronti dell’imputata.Alla donna, si contestava il reato di concorso in estorsione aggravata perché con soggetto non identificato minacciando la persona offesa, insegnante in pensione, coniugato e con figli, con il quale aveva in più occasioni avuto rapporti sessuali, di divulgare e informare i suoi familiari della relazione extraconiugale se non avesse consegnato 2000 euro quale prezzo del silenzio, costringendolo quindi a consegnarle il denaro, si procurava un ingiusto profitto pari a 100 euro, effettivamente consegnati dalla vittima, con l’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di persona ultrasessantacinquenne.
La vittima, subito dopo aver ricevuto la prima minaccia telefonica di consegnare i soldi, affinché la sua famiglia non venisse informata del tradimento, si era rivolta ai carabinieri di Diamante, i quali organizzavano la trappola per la coppia di estorsori. L’operazione, diligentemente svolta dai militari, durante il passaggio del giro d’Italia, portava all’arresto in flagranza della giovane donna nei pressi di un distributore di benzina di Scalea, subito dopo la consegna da parte della persona offesa della somma di denaro. Successivamente, il GIP, dopo aver convalidato l’arresto eseguito nel rispetto dei presupposti di legge, disponeva, nei confronti della donna, la sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere, con quella dell’obbligo di presentazione alla P.G. Nel corso della discussione del giudizio abbreviato, il Pm e l’avv. Liserre, chiedevano, concordemente, l’affermazione della penale responsabilità dell’imputata. L’avv. Mandarino, rappresentava le ragioni per la richiesta di assoluzione della propria assistita. La Corte di Appello di Catanzaro, nei giorni scorsi, a seguito di concordato tra le parti, ritenendo le circostanze generiche prevalenti sulla contestata aggravante, ha rideterminato, in anni due di reclusione ed euro cinquecento di multa, la condanna nei confronti della giovane donna di Scalea, per estorsione a sfondo sessuale.