Pesanti richieste di condanna della Dda di Catanzaro nei confronti degli imputati del processo Katarion. La pubblica accusa nel corso della requisitoria ha ricostruito le indagini dei carabinieri, coordinate all’epoca dal pubblico ministero Romano Gallo. Indagini che hanno riguardato una presunta associazione a delinquere dedita al narcotraffico, operante tra Cetraro, Buonvicino, Diamante, Scalea e altri comuni del Tirreno cosentino, al fine di agevolare la cosca Muto di Cetraro.

Secondo le indagini condotte nell’ambito dell’operazione “Katarion”, coordinata dalla Dda di Catanzaro, si ipotizzerebbe l’esistenza di una rete criminale strutturata e operante principalmente nell’Alto Tirreno cosentino.

Questa presunta associazione a delinquere sarebbe finalizzata al traffico di droga, ma includerebbe anche reati come estorsione, tentata estorsione e detenzione illegale di armi da fuoco, tutti ipoteticamente aggravati dall’uso del metodo mafioso. Tali attività illecite, secondo i magistrati antimafia, potrebbero essere state organizzate con l’intento di favorire e rafforzare la cosca Muto di Cetraro.

Le indagini avrebbero fatto emergere la presunta ascesa di “nuove leve” criminali, operanti in un contesto che sembrerebbe essere in continuità con le attività del clan Muto.

I protagonisti delle presunte attività criminali sarebbero Giuseppe Mandaliti «indicato come presunto referente del clan Muto a Diamante, coordinerebbe la piazza di spaccio locale e di Buonvicino, mantenendo rapporti diretti con gli organizzatori dell’associazione mafiosa cetrarese»; Pasquale Napoli «gestirebbe in modo esclusivo la piazza di spaccio di Scalea, operando con fornitori stabili»; Lorenzo Pastorelli «si occuperebbe dello spaccio nelle aree di Diamante e Buonvicino, con numerosi episodi di cessione di stupefacenti»; Carlo Ricca «gestirebbe le piazze di spaccio di Diamante e Buonvicino, con molteplici episodi documentati», tra quelli che hanno scelto il rito ordinario.Le investigazioni sembrerebbero delineare un sistema organizzato, in cui le piazze di spaccio sarebbero gestite in maniera centralizzata, con un controllo capillare dei territori di Scalea, Diamante e altri comuni circostanti.

I ruoli, secondo le ipotesi investigative, sarebbero definiti con precisione, a partire dai fornitori all’ingrosso fino agli spacciatori al dettaglio. Infine, la Dda di Catanzaro ha invocato la trasmissione degli atti in procura per il reato di falsa testimonianza nei confronti di 17 persone. Fonte, articolo completo e nomi su Cosenza Channel. https://www.cosenzachannel.it/2024/12/05/processo-katarion-richieste-condanna-imputati-nomi/?utm_medium=Social&utm_source=Facebook&fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR3GnUljo7afVTWXfE8OS7bbzPQ8Ergz3Kg6W4JcBXY8lrxuSPro5cCIVD4_aem_Qb9-KPz2APSVnhpAKTXI8w#Echobox=1733376777

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