Il boss di Cassano all’Jonio, ritenuto dalla Dda di Catanzaro il capo dell’organizzazione mafiosa operante in tutta la Sibaritide, è imputato in “Sybaris”, “Timpone Rosso” e delitto Romeo.
“Sybaris”, annullamento con rinvio
A distanza di otto anni dal processo di primo grado, Francesco Abbruzzese aveva ottenuto l’assoluzione per ne bis in idem, circa l’accusa di essere a capo di un’associazione mafiosa legata al clan Lanzino, che aveva come obiettivo quello di chiedere il “pizzo” agli imprenditori operanti negli appalti pubblici.
In quel caso la Corte d’Appello di Catanzaro aveva riconosciuto il ne bis in idem, ovvero che un imputato non può essere giudicato due volte per la stessa imputazione. E i giudici di secondo grado avevano annullato la condanna di sette anni di carcere inflittagli dal tribunale di Castrovillari.
Ora, la Cassazione ha annullato l’assoluzione, ritenendo che i contesti in cui avrebbe operato Abbruzzese non hanno nulla a che vedere con l’operazione “Tamburo”, motivo per il quale servirà una nuova udienza di secondo grado.
“Timpone Rosso”, assoluzione annullata
Francesco Abbruzzese e Nicola Acri, dopo un primo rinvio in Cassazione, avevano ottenuto l’assoluzione nel merito dai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro (leggi qui l’articolo), dopo che gli stessi avevano avuto una doppia condanna all’ergastolo. Anche in questo caso è tutto da rifare dopo la sentenza della Suprema Corte che ha annullato con rinvio.
Delitto Romeo, nuova udienza in Cassazione
Il delitto di mafia rientra nel processo “Arberia” e l’unico imputato in attesa di giudizio definitivo è proprio Francesco Abbruzzese che nel 2016 aveva avuto l’annullamento dell’ergastolo dalla Cassazione. Nel nuovo processo d’appello, però, i giudici di Catanzaro non hanno mutato l’orientamento sanzionatorio, condannando “Dentuzzo” di nuovo al “fine pena mai”. Ora si attende la fissazione della nuova udienza in Cassazione. (a. a.)