dalla pagina FB di Franco Laratta

Un calvario!
I lavori sulla SGC 107 “Silana-Crotonese” stanno provocando conseguenze gravi sul normale traffico da e per Cosenza (e fino a Crotone). La 107 è divenuta un’ emergenza, tanti i viadotti in condizioni preoccupanti, mentre il “Cannavino” (o ponte) di Celico è noto alle cronache da decenni per essere considerato sempre a rischio.
L’Anas calabrese ci lavora tanto sulla 107. E d’inverno fa miracoli per tenere aperta e in sicurezza l’importante arteria avvolta nel ghiaccio e innevata per diversi mesi.

Ma i livelli più alti di Anas dovrebbero già pensare a domani, facendo scelte urgenti e adeguate: così com’è la 107 sta scoppiando, le condizioni di sicurezza per gli automobilisti non sono sempre garantite. Anche la regione deve muoversi: occorre realizzare un’opera ‘collaterale’ e di supporto alla silana-crotonese. Bisogna decidere che fine deve fare L’altopiano della Sila, il Parco Nazionale, le tantissime imprese turistiche e agricole che sono coinvolte. Non si può aspettare ancora.

Intanto il traffico di queste settimane viene deviato sulla strada di Montescuro (da Fago del Soldato a Spezzano), provocando rabbia e amarezza fra automobilisti, costretti a transitare per alcune decine di chilometri lungo un’arteria stretta, datata e per giunta dissestata in più punti! I pericoli sono molto alti. Viaggiare è divenuto un incubo. Nemmeno gli animali possono essere trattati così, per giunta in piena estate.

Il ‘ponte di Celico’ aprirà nel 2021. Forse. I 5 cantieri e i 5 semafori che paralizzano la SGC da mesi, torneranno più vivi che mai. I danni per gli operatori turistici della Sila sono notevoli, così come per le aziende agricole.
Stiamo facendo un tuffo nella preistoria degli anni ‘50.
Ma qualcuno se ne sta preoccupando?

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