Di Settimio Aló

Come un rituale al quale non si puo rinunciare, una messa in scena tanto squallida quanto indegna, che ad inizio di ogni stagione estiva, puntualmente e maleducatamente, si ripropone. Parliamo del becero fenomeno di piantar ombrelloni in spiaggia dal tramonto all’alba, dall’alba al tramonto, da quei sapientoni coatti, certi a modo loro, di preservarsi diritto e posto in pochi metri quadrati, pur di star in prima fila al bagno asciuga.

Atto irrispettoso, degno di maleducazione ed inciviltà tanto quanto quello di gettar immondizia in strada o occupar parcheggio riservato ad invalidi; “ma chi se ne importa” diranno questi temerari “bagnanti” tanto ne per l’immondizia, ne per il parcheggio striscia gialla nessuno dice nulla, verranno a rimproverare proprio noi? L’andazzo è questo: una volta preso posto con ombrelloni e sedie sdraio, queste oscure figure ‘colonizzano’ un certo spazio. Per sincerarsi che, da un giorno all’altro, nessun’altra persona lo occupi, depositano durante la notte oggetti personali. E’ quello che avviene in tutta Italia specie in Sardegna, Campania Abruzzo ed ovviamente nell’immancabile Calabria. Un’azione fascista? Un atto in stile anarchico? Una cerchia massonica? Come definiremmo tale comportamento? Certamente nessun riferimento alle tre correnti citate sarebbe plausibile poichè piacciano o meno, esse hanno alle loro spalle un certo bagaglio di cultura e storia. Questo fenomeno del “ruba” spiaggia con ombrelloni, nasce ed è dettato semplicemente dalla più mediocre ed inaccettabile ignoranza, arroganza del noto abusivismo locale, dove ai termini turismo e accoglienza (aria fritta) subentrano regnando sovrane prepotenza e vile infima stravaganza. La bellezza dei nostri luoghi, mari o monti che siano devono/dovrebbero essere goduta da tutti indistintamente, ed è giusto che i tratti di arenile liberi da concessioni demaniali rimangano tali per il bene della collettività.

Ma questa chiarissima osservazione resta spesso inevasa e utile solo per titoli di copertina; la realtà diversamente racconta di ingiustizie, soprusi, prevaricazione e tracotanza alla quale lista nera di termini si ascrivono anche illustri e quotati nomi familiari conniventi da tempo con mal costume e sopraffazione. Nota conclusiva dedicata ai comuni alla politica alle forze dell’ordine assenti e latitanti su tale tema, evidentemente disinformati, disinteressati o ignari del ripetersi dell’accaduto. Diritti e legalità devono(dovrebbero) andare insieme. Di fronte a un dato oggettivo, le istituzioni se ne prendano cura altrimenti saranno sempre guerre tra poveri.

Invece a quanto pare nessuno fa niente, nessuno vuole fare niente, non c’è nessun tipo di politica, nessun tipo di riflessione, nessun accordo, nessun intervento. Anche per quest’anno dovremo assistere ad episodi di giustizia fai da te?