Giunge al termine il processo nato dall’operazione antimafia “Mediterraneo”, che avrebbe scoperto centinaia di chili di hashish e cocaina introdotti sul territorio nazionale per mano, secondo gli inquirenti, del clan Molè di Gioia Tauro, che si ipotizza avrebbe operato anche a Roma e Civitavecchia e anche un presunto ‘affare’ riguardante le slot machine. Ne escono assolti Vincenzo Bagalà e Pietro Giovanni De Leo. Fra i condannati risulta l’attore romano Stefano Sammarco e gli altri imputati di Gioia Tauro e le relative condanne sono: Carmelo Stranganelli 10 e 4 mesi, Girolamo Magnoli 10 anni, Antonio Bonasorta 6 anni e 2 mesi, Antonio Albanese 6 anni, Carmelina Albanese 2 anni e 8 mesi, Cosimo Amato 6 anni, Khayi Ayoub Baba 13 anni e 4 mesi, Giuseppe Belfiore 6 anni, Marino Belfiore 3 anni e 6 mesi, Antonio Bonasorta 6 anni e 2 mesi, Fabio Cesari 8 anni e 8 mesi, Carmelo Cicciari 6 anni e 8 mesi, Gaetano Cicciari 7 anni, Patrizio D’Angelo 2 anni e 4 mesi, Patrizio Fabi 8 anni, Eugenio Ferramo 2 anni e 4 mesi, Arcangelo Furfaro 12 anni, Giuseppe Guardavalle 3 anni e 8 mesi in continuazione con altra sentenza, Ippolito Mazzitelli 6 anni, Domenico Mazzitelli 6 anni e 6 mesi, Pietro Mesiani Mazzacuva 3 anni e 8 mesi, Francesco Modaffari 4 anni, 6 mesi e 14 giorni in continuazione con altra sentenza, Antonio Molè (classe 1989) 11 anni e 4 mesi, Antonio Molè (classe 1990) 6 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione, Annunziato Pavia 9 anni e 4 mesi, Fiorina Silvia Reitano 6 anni e Pasquale Saccà 8 anni e 8 mesi.
Spettano due secoli di carcere al clan Molè di Gioia Tauro
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