Non si è fatta attendere la risposta del Questore della Provincia di Reggio Calabria dopo il deprecabile episodio del 3 novembre scorso, relativo agli scontri tra i tifosi del “Cosenza Calcio” e quelli del “Catania Calcio”, avvenuti presso il porto di Villa San Giovanni, ove le due tifoserie si erano casualmente incontrate, in quanto la prima era diretta in Sicilia per assistere all’incontro di calcio con la squadra agrigentina del “Palermo”, mentre la seconda sbarcava in quel frangente per dirigersi in Basilicata ove avrebbe partecipato all’incontro con il “Potenza”.
Il Questore Raffaele Grassi, pertanto, il 13 dicembre scorso ha emesso cinque provvedimenti di D.A.SPO. di cui tre nei confronti di tifosi catanesi e due nei confronti di tifosi cosentini, tutti corresponsabili di quello che è stato un vero e proprio episodio di guerriglia urbana, durante il quale sono stati utilizzati, per portare a termine l’aggressione, tubi in pvc, cinture, bottiglie, pietre e altro materiale presente in banchina.


I tifosi catanesi raggiunti dal citato provvedimento sono: S.G.C.M. cl. ’74, negli anni già destinatario di due analoghi provvedimenti interdittivi, nei cui confronti il d.a.spo. è stato emesso per la durata di anni otto; B.S. cl. ’91, per il quale il d.a.spo. è stato adottato per la durata di anni cinque; D.B.F. cl.’96, per il quale il d.a.spo. avrà una durata di anni quattro.


Unitamente al provvedimento di divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono tutte le manifestazioni calcistiche di qualsiasi serie e categoria, è stato, altresì, imposto ai predetti l’obbligo di presentazione presso l’Ufficio di Polizia competente per territorio mezz’ora dopo l’inizio del primo tempo e mezz’ora dopo l’inizio del secondo tempo di tutte le manifestazioni sportive nelle quali siano impegnate, a qualsiasi titolo, la compagine calcistica del “Catania Calcio”, convalidato dalla competente Autorità Giudiziaria.
I provvedimenti di d.a.spo. emessi a carico dei tifosi cosentini, di cui uno per anni otto e l’altro per anni cinque, sono tutt’ora in corso di notifica agli interessati.

La Polizia di Stato, nella più ampia ottica di recuperare la dimensione sociale del calcio da vivere come passione, divertimento e partecipazione, ribadisce, con l’adozione dei citati provvedimenti, la ferma volontà di bandire dalle manifestazioni sportive ogni forma di violenza, discriminazione e intemperanza.

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