Sciolta l’azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria per infiltrazioni di mafia. Oggi è arrivata la conferma con la decisione del Consiglio dei ministri.
Proprio nei giorni scorsi la ministra della Salute, Giulia Grillo è stata in visita negli ospedali di Locri e Polistena. Come prima novità aveva annunciato un decreto con diverse misure.
“Lo scioglimento dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria per infiltrazioni mafiose conferma il quadro che ho descritto giorni fa. Il governo non fa un passo indietro e continua il suo impegno per cambiare radicalmente la sanità calabrese a dispetto di chi si avvantaggia di questa situazione”, commenta oggi la Grillo.
L’Asp è finita sotto la lente dalla scorsa estate, quando è stata commissariata e negli uffici sono arrivati gli ispettori. Appalti, bandi e gare sono stati passati al setaccio e tutto è finito in una relazione al momento ancora riservata. Le anomalie riguardano appalti sospetti per servizi e forniture, gare anomale e inspiegabili proroghe negli affidamenti.
Aspetti inquietanti emersi nel servizio di Gaetano Pecoraro che ha ascoltato un testimone ben informato su alcuni lavori effettuati all’ospedale di Polistena. Lavori realizzati per 300mila euro in una struttura in cui il pronto soccorso è senza macchinari per i pazienti. “Il costo è passato da 80mila a 280mila euro. Hanno rotto i muri e le porte con i malati dentro nei letti nel reparto Rianimazione”, ci dice il testimone. “Dopo aver denunciato quei lavori, mi è venuto a trovare Pino Iannacci, il genero di Pesce di Rosarno”, appartenente a uno dei clan più potenti.
Sotto la lente degli inquirenti sono finiti anche i budget della sanità. Dalle indagini è emerso che l’Asp avrebbe retribuito soggetti colpiti da condanna non definitiva per mafia e altri gravi reati. Senza dimenticare il debito di oltre 200 milioni di euro che ha l’Asp. Negli ultimi dieci anni oltre 600mila pazienti sono stati costretti a farsi assistere fuori dalla Calabria, mentre i dipendenti dal 2013 hanno smesso di percepire l’indennità di produttività e dal 2016 i buoni pasto.
Basti pensare che l’ospedale di Locri costa 800 milioni di euro all’anno per 460 posti letto. Il Policlinico di Milano invece, per il doppio dei posti letto, costa la metà.
Nella nostra inchiesta è emerso anche un altro aspetto decisamente paradossale come ci ha confermato il dottor Mesiti che è sia direttore generale che sanitario dell’agenzia sanitaria. “Non abbiamo un bilancio dal 2013, è una situazione particolare”.