Parafrasando Sciascia si potrebbe dire, “nero su nero”, ovvero la nera scrittura sulla nera pagina della realtà.
E così, dopo il cartone al posto del gesso ed i farmaci per i malati oncologici scomparsi, ecco che a Reggio Calabria vengono interrotti tutti i servizi di assistenza domiciliare.
Si tratta di una diretta conseguenza del mancato pagamento, da parte della ASP, dei servizi erogati e che comporta la sospensione dei servizi dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) ai pazienti della provincia reggina.
“Chiediamo che l’Ufficio di Procura intervenga immediatamente per accertare tutte le responsabilità” – sostiene Francesco Di Lieto del Codacons – che chiede si proceda per interruzione di pubblico servizio che stanno subendo gli assistiti dell’ADI.
Parliamo di oltre 3mila malati oncologici, anziani non autosufficienti che, proprio grazie all’ASP si ritrovano privati della possibilità di ricevere prestazioni sanitarie, tanto importanti quanto vitali.
Spiace rilevare come l’ASP, invece di diminuire le difficoltà ai pazienti che, con enorme sforzo, provano a combattere la malattia tra le mura domestiche – sostiene Di Lieto – le aumenta.
Per questo motivo chiediamo un immediato intervento del Commissario straordinario della sanità calabrese Saverio Cotticelli, per garantire i loro sacrosanti diritti.
Si tratta di una situazione intollerabile che lascia tanti cittadini, abbandonati al loro destino – si legge in una nota del Codacons – e per questo motivo è s’impone un immediato intervento da parte del Commissario.
Già la Calabria, tra tutte le regioni è, purtroppo, il fanalino di coda nella classifica dei Livelli essenziali di Assistenza (LEA).
Ora se consideriamo che l’assistenza domiciliare – che oggi viene negata – rientra nei Lea, abbiamo il quadro completo di un disastro sempre più nero.
Già, “nero su nero”
Anche la Costituzione sembra essersi fermata ad Eboli – conclude Di Lieto – tanto che in Calabria dobbiamo tollerare che diritto alla salute venga quotidianamente negato.