Non ci sono più margini di manovra. La commissione straordinaria ha dichiarato il dissesto finanziario dell’Asp di Reggio Calabria. La notizia è stata comunicata nel tardo pomeriggio di oggi dalla triade, che ha preso in mano l’Azienda sanitaria provinciale dopo lo scioglimento della stessa per infiltrazioni mafiose. Nell’atto firmato dai Maria Carolina Ippolito, Giovanni Meloni e Domenico Giordano si parla di «reiterate irregolarità nella gestione dei bilanci e di una manifesta e reiterata incapacità di gestione».
La terna commissariale prende atto della relazione della Commissione d’indagine redatta il 2 aprile 2019, nell’ambito della procedura di scioglimento dell’ente, nella quale è stato appurato «il costante superamento dei limiti annuali di spesa fissati dal competente dipartimento dell’amministrazione regionale, con una conseguente indebita erogazione di risorse finanziarie»; e ancora di le gravi inadempienze dell’Azienda che ha sistematicamente omesso di richiedere le prescritte certificazioni antimafia, procedendo alla stipula dei contratti per importi rilevanti, con imprese in stato di amministrazione giudiziaria o già destinatarie di interdittive antimafia, alcune delle quali confermate in via definitiva dal giudice amministrativo».
Durante l’accesso, inoltre, «è stato, infine, preso in esame il settore economico-finanziario che è stato connotato di fortissime criticità, quali l’omessa approvazione dei bilanci a decorrere dal 2013, la mancata tenuta di scritture contabili obbligatorie ed una ingente esposizione debitoria aggravata dall’incapacità dell’azienda di avere esatta contezza dei debiti pregressi e di provvedere tempestivamente al pagamento degli stessi».
Una situazione disastrosa dal punto di vista economico-finanziario che fa ipotizzare un debito stimato in circa 400 milioni di euro.
«Il processo di ricognizione del debito pregresso – si legge nel documento – è stato avviato ma mai concluso con gravissime refluenze nell’esposizione del contenzioso colto alla riscossione dei crediti vantati dai fornitori e dalle azioni esecutive, numerosissime e non governate, poste a carico dell’istituto bancario tesoriere…». Una somma enorme e che potrebbe anche essere maggiore. L’unica certezza sono i 250 milioni di passivo derivanti da conteziosi e pignoramenti.
Per questi motivi, la Commissione straordinaria ritiene che la dichiarazione di dissesto finanziario sia necessaria nell’interesse dell’Asp, al fine di evitare ulteriori aggravi debitori e affinché i cittadini non vengano penalizzati dalla mancata erogazione dei servizi sanitari pubblici.