Di Antonello Troya
Solita solfa. Roba trita e ritrita. Nulla di nuovo all’orizzonte. I murales a Diamante, il cedro a Santa Maria e Praia con le sue spiagge. Se non ci fosse stato quel momento di commozione del sindaco Praticò, che ha ricordato il suo vecchio amico regista, non si sarebbe nemmeno virato sulla lacrima, sicuramente sentita, ma decisamente fuori luogo … ma che fa alzare l’audience. La Rai e Linea Blu hanno offerto poco. Se non l’Arcomagno a Praia (e invece si trova a San Nicola Arcella), l’intervista interminabile al figlio del regista con la fatidica domanda: “Ma tuo padre cosa penserebbe oggi” e l’immancabile cedro. Ci mancava il peperoncino. Deve essergli sfuggito. Linea Blu si è svenduta al Giro d’Italia e ha dedicato buona parte del servizio praiese alla smanettata pedante. Con Linea blu si è avuta la conferma che la Regione ha pagato, eccome se ha pagato, indirizzando i propri soldi (dei contribuenti) alla costa più bella della Calabria. Ma la colpa non è di Oliverio: la responsabilità è nostra. Si nostra!! Continuiamo a votare e a farci rappresentare da amministratori senza palle. Incapaci in toto, soprattutto nel battere i pugni e a pretendere uno spazio nel panorama mediatico nazionale. Certamente non avremmo dato di più degli altri paesi: avremmo descritto Belvedere come il paese più antico, con il suo castello, con i suoi mosaici. E poi? Come gli altri paesi ci saremmo dedicati ad offrire in pasto televisivo il solito piatto locale. Insipido, come sempre. Manca un 2.0, ovvero una nuova forma di interpretazione del contesto sociale. Credete che a Belvedere, come a Diamante e Santa Maria e la stessa Praia, ci si può permettere di offrire sempre e comunque l’intervista al presidente dell’accademia del Cedro, o il peperoncino, o i murales, o i mosaici, o il castello, o il mare? Rispondo: che palle. Siamo tutti coscienti che sta robetta non ci porta da nessuna parte. Se esistono amministratori capaci si facessero avanti. Ma che si presentino con qualcosa di nuovo. Che di robaccia ne abbiamo abbastanza.