Di Sara Brusco

Negli ultimi anni ho parlato con diverse persone accolte al centro per l’immigrazione di Amantea. Pochi conoscono le reali condizioni di sopravvivenza delle persone ospitate, pochi sanno della loro alimentazione pasta oggi, pasta domani e fino a quando non si sa; pochi conoscono i numeri delle persone ospitate e delle stanze, pochi sanno di quanti di loro dormono fuori dalla struttura in estate per il caldo eccesivo, perché la stanza è così piccola che in 11 e con una finestra, con i letti a castello non si respira. Pochi sanno perché pochi si avvicinano e parlano con loro, cercano un contatto al di là delle differenze culturali e linguistiche oggettive eppure non insormontabili.
Ora la questione è, a mio parere, che la protesta denota una certa vitalità, un certo desiderio di giustizia, una richiesta di ascolto da parte di chi non si sente considerato, interpellato, rispettato.
La protesta è quindi un atto di partecipazione attiva alle sorti del posto che viviamo, della comunità a cui sentiamo di appartenere. Vorrei però far notare che mai in 23 anni ho assistito ad alcuna protesta per fatti gravi e gravissimi avvenuti e che continuano ad avvenire ad Amantea e non solo, ovviamente.
Mai ho assistito a una protesta dopo sequestri e arresti, dopo che la giunta sia stata sciolta per mafia, per macchine e automezzi incendiati, per la non curanza del territorio, per l’assenza di autorità competenti, per i problemi con la raccolta differenziata, per il mancato supporto del comune ad attività culturali, per lo sversamento di tinture e materiali tossici nei corsi dei fiumi, per la mancanza di gare d’appalto nell’assegnazione di determinate opere che per legge le necessitano.
Mai ho visto qui delle persone unirsi e fare fronte comune contro qualcosa, contro qualcuno. Ho sempre visto un disinteresse generalizzato che si traduce nel “mi fazzu i fatti mia, tantu un cange nenti”. Ho sempre visto tanta, tantissima omertà.
Ora, quando 13 cittadini del Pakistan (da quello che ho letto) sono stati condotti ad amantea in isolamento dopo essere risultati positivi al Covid 19- tra l’altro ancora da verificare con un secondo tampone- allora la protesta c’è e assume i toni del “non ce l’abbiamo con loro,ce l’abbiamo con il prefetto, con chi ha dato l’autorizzazione”.
Eppure cari nuovi protestanti ce l’avete con loro. E sapete perché? Perché non vi siete mai preoccupati delle loro condizioni sanitarie, igieniche, nutrizionali, di privacy, della loro personalità, delle loro menti, del loro sfruttamento nei campi. Non vi siete mai minimanete preoccupati del fatto che sono delle persone esattamente come noi e che necessitano al pari nostro di condizioni di vita dignitose, di diritti, di rispetto.
Non venitemi quindi a fare il discorso della struttura non adatta, perché ciò che vi preme è solo la vostra incolumità; che non viene però sfiorata a quanto pare dalla vicinanza con altre persone, bianche, o legate da una parentela che prescinde dal domicilio e dalla provenienza prima delle vacanze nella fantastica cittadina,la terza mi pare la chiamiate.
Tant’è che non v’importa neppure dove queste persone verranno spostate se mai qualcuno vi ascolterà e deciderà di assecondare le vostre richieste; l’importante è che vadano via da amantea, giusto?
Perché a voi frega solo della vostra bianca, amanteana incolumità, vero?
Chissà cosa succederà se il contentino di “spostarli” -chissà dove poi- vi verrà concesso. Protesterete mai verso qualche altra ingiustizia? Quando a commetterla sarà vostro cugino, il vicino di casa o quello che vi ha fatto il favore due anni fa?
Non venitemi a fare il discorso di non avercela con loro, perché voi ce l’avete esattamente con loro, e lo dimostra il fatto che non avete mai protestato per alcun altra ragione, grave, gravissima. Non avete mai fatto valere la vostra voce di comunità contro ingiustizie che deturpano questo paese, che offendono noi e il territorio in cui viviamo.
Il problema qui sembrano essere loro, infetti, pakistani, estranei. E questo fa molta tristezza, un enorme, inquantificabile tristezza.
Questo è il frutto di una politica populista, che sfrutta l’ignoranza per fare i propri comodi. Questa -tra l’altro dopo l’ondata internazionale di manifestrazioni contro il razzismo- è una protesta estremamente razzista.
Questo vuole solo essere uno spunto di riflessione per tutte e tutti. Per chi ha protestato e per chi ha criticato. Per chi è a favore o contro quello che sta succedendo, anche in maniera parziale.

Facebook Notice for EU! You need to login to view and post FB Comments!