Di Maria Lombardo
Sentenza della Cassazione per il troncone del processo, celebrato con rito abbreviato, contro il clan Mancuso di Limbadi e Nicotera nato dall’operazione antimafia denominata “Black money”. Regge l’accusa di associazione mafiosa per Giovanni D’Aloi, di Nicotera, ma residente a San Calogero, che era stato condannato in appello a 8 anni, 6 mesi e 20 giorni. Nei suoi confronti si registra però un annullamento con rinvio per alcuni reati legati alle armi e quindi un rinvio ai giudici d’appello per la rideterminazione della pena. Annullamento con rinvio per la rideterminazione della pena anche per Antonio Pantano, nativo di San Calogero ma residente a Santa Maria di Ricadi, condannato in appello a 2 anni e 10 mesi per reati legati alle armi ma assolto dall’accusa di associazione mafiosa. Annullamento con rinvio per l’accusa di associazione a delinquere semplice per: Ercole Palasciano , commercialista di Catanzaro; Francesco L’Abbate, avvocato di Reggio Calabria, che era stato condannato in appello a 6 mesi; e per Domenico Musarella di Campo Calabro, che era stato condannato a 6 mesi in appello. Annullata con rinvio – in accoglimento dei rilievi degli avvocati Leopoldo Marchese e Giuseppe Di Renzo – anche l’accusa di associazione mafiosa per Antonio Cuturello, di Nicotera, mentre gli viene confermata la responsabilità per i reati concernenti le armi. In appello Cuturello era stato condannato ad una pena complessiva di 5 anni e 6 mesi. Sentenza confermata invece per Fabio Costantino di Comerconi, frazione di Nicotera (5 anni e 6 mesi, ma già assolto in appello dall’associazione mafiosa); per Giuseppe Costantino, di Nicotera ma residente a Vibo Valentia (6 anni, 4 mesi e 20 giorni per usura, ma assolto già in appello dall’associazione mafiosa).Annullamento con rinvio, infine, per la rideterminazione della pena per Orazio Cicerone di Limbadi che in appello era stato condannato a 5 anni e 4 mesi.