Maltrattamenti e lesioni aggravate: per questi reati è alla sbarra un uomo di Diamante, G.P. accusato dalla sua convivente di violenze domestiche. Si è tenuta oggi l’udienza alla presenza del giudice che ha ascoltato l’allora Comandante della Stazione dei Carabinieri di Santa Maria del Cedro che aveva partecipato all’arresto dell’uomo.
Il diamantese, difeso dall’avvocato penalista Francesco Liserre, attualmente, è in stato di libertà con il solo obbligo di dimora nel comune di Diamante. Secondo l’accusa, si sarebbe reso protagonista di una continua serie di episodi di violenza a danno della sua compagna con la quale abitava in un appartamento in Grisolia. In più di un’occasione, l’imputato, secondo la ricostruzione dei Carabinieri, coordinati dal PM, per futili motivi e in stato di ubriachezza, avrebbe usato violenza nei confronti della donna, anche con l’uso di un coltello, sottoponendola ad un regime di vita umiliante e vessatorio. La persona offesa, anche per il timore di probabili ritorsioni, evitava di denunciare i fatti all’autorità giudiziaria, subendo le angherie dell’uomo e vivendo in uno stato di terrore e sofferenza. In particolare, nella serata del cinque dicembre di due anni fa, in seguito all’ennesimo litigio, l’uomo avrebbe selvaggiamente picchiato l’indifesa donna che allertava un proprio familiare e i carabinieri. L’indagato, in preda ad un’incontenibile violenza, minacciava con un coltello il congiunto della vittima e, il tempestivo intervento dei militari, riusciva a scongiurare la tragedia. La donna, copiosamente insanguinata, veniva ricoverata in ospedale. L’avvocato Liserre, a seguito di riesame al Tribunale della Libertà di Catanzaro, otteneva, nei confronti del suo assistito, dapprima la sostituzione della misura carceraria con quella degli arresti domiciliari e, successivamente, anche la sostituzione di tale misura con quella meno afflittiva del divieto di avvicinamento e di comunicazione con la persona offesa. Tuttavia, l’imputato violava sistematicamente il divieto di avvicinamento alla vittima, continuando ad incontrarla e a contattarla telefonicamente. In particolare, il 17 ottobre scorso, il diamantese, verosimilmente in stato di ebbrezza, si recava sotto l’abitazione della vittima, lanciando pietre e minacciandola di morte anche con messaggi telefonici. Immediatamente, su richiesta del PM di turno, il Tribunale Penale di Paola, anche alla luce della nuova normativa cd da Codice Rosso, a tutela delle donne vittime di violenza, disponeva nei confronti dell’uomo l’aggravamento della misura in atto, sostituendola con la custodia cautelare in carcere, ulteriormente sostituita, in seguito, su richiesta dell’avvocato Liserre, con l’obbligo di dimora nel comune di Diamante. Il processo è stato rinviato al 22 aprile del prossimo anno per l’esame degli ulteriori testimoni del Pm.