PIZZO: COLATA DI CEMENTO SULL’ARENILE, ESPOSTO DEL CODACONS
Chiesta la verifica del residence sulla spiaggia in località Savelli

Fa storcere il naso quella maxi colata di cemento proprio sull’arenile della splendida Pizzo Calabro.
Si tratta di una mega lottizzazione per la realizzazione di un nuovissimo stabilimento turistico-ricettivo.
Il Codacons, dopo aver ricevuto una serie di segnalazioni, ha deciso di passare all’attacco e presentare un esposto al comune di Pizzo, alla Soprintendenza per i beni archeologici e paesaggistici ed alla Procura della Repubblica, “affinché siano verificati tutti i lavori posti in essere per la realizzazione del residence in località Savelli”.


Il complesso edilizio – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – comporta la cementificazione dell’arenile dacché si rende necessario, in considerazione della puntuale normativa vigente, verificarne la legittimità, nell’interesse della sia collettività che, ovviamente, della tutela dell’ambiente.
Appare davvero singolare, infatti, come il Sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, non abbia avuto nulla da obiettare sull’opera.
A ciò si aggiunge – prosegue Di Lieto – che la società titolare del permesso a costruire, la Genco Carmela & figli Srl, è stata tempo addietro già destinataria di una interdittiva antimafia, emessa dalla Prefettura di Vibo Valentia.
Anche per questi motivi il Codacons chiede che si proceda a tutti i necessari controlli sulla legittimità della mega-edificazione.
Non possiamo rimanere indifferenti – incalza Di Lieto – dinnanzi ai dati, davvero drammatici, relativi alla distruzione delle coste calabresi.
Purtroppo, grazie anche all’indifferenza di alcuni amministratori, degli 800 chilometri di costa, circa 500 sono già irrimediabilmente cementificati, restandone liberi poco più di un quarto.
A ciò si aggiunge che ci sono dei Sindaci, totalmente irresponsabili, che consentono di realizzare opere addirittura sulla spiaggia, finendo per distruggere l’equilibrio naturale delle coste ed esponendo il litorale, sempre più intaccato da attività antropiche, al più che concreto rischio erosione.
In attesa di ricevere le dovute risposte, il Codacons non esclude la possibilità di proporre azioni civili per l’abbattimento delle opere edilizie.

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