La sanità cosentina, ormai è risaputo, è spesso un mezzo attraverso il quale esercitare il proprio potere, assegnare posti, contratti, destinazioni e persino assegnare ricoveri, esami di risonanza e tutti gli abusi che tutti noi sappiamo, vediamo, ma che facciamo finta di non vedere. In questo caso, si fa cieca anche la magistratura, presente come un fantasma in camice bianco. Padroni politici che si fanno padroni di silenti vittime, che spesso subiscono e basta. Così però non è stato per il dottor Vincenzo Cesareo, il quale stufo di questo sistema ha deciso di ribellarsi. Ovviamente è diventato non gradito negli ambiti ospedalieri della sanità cetrarese e così egli è stato relegato alla struttura ospedaliera praiese sotto la decisione del generale dell’ Asp, Raffaele Mauro nominando a sua volta direttore dello spoke Cetraro- Paola, Antonio Figlino, al posto di Cesareo. È dovere evidenziare che l’ ospedale a Praia a Mare non esiste e non si sa quando verrà aperto e anche in caso di riapertura bisognerà capire di che tipo di struttura si tratterà. In sintesi, se il capt di Praia a Mare verrà trasformato in presidio unico ospedaliero, non potranno esistere assieme due direzioni sanitarie e di conseguenza rientrerà nell’ ambito dello spoke territoriale. E a quel punto Cesario rimarrebbe fuori, addirittura senza lavoro. È l’ inizio di una lunga guerra, che Cesario è pronto a combattere legalmente, non facendosi intimidire né da maldicenze sulla sua persona e né da signorotti locali, che pungono come un ago di siringa, giusto per stare in tema di ospedali. Questa non è che un’ ennesima ferita profonda, grave e sanguinosa della malasanità, infettata e ormai fradicia dal potere illegale.
Piaghe di malasanità: caso dottor Cesareo
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