E’ arrivato il momento di nominare un altro presidente del Parco nazionale del Pollino. È quanto ho chiesto CON SPECIFICA INTERROGAZIONE al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. Nello stesso atto parlamentare sono riassunti GRAVI CONFLITTI dell’attuale presidente del Parco in questione, Domenico Pappaterra, NEL CONTEMPO direttore generale dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria, nonostante L’INCONFERIBILITA’ di cui all’art. 4 del decreto legislativo Anticorruzione, dovuta al fatto che il Parco è finanziato anche dalla Regione Calabria.
Pappaterra è inoltre indicato tra i protagonisti dell’Accordo di compensazione a proposito della centrale a biomasse del Mercure, ubicata paradossalmente ALL’INTERNO dello stesso Parco, che prevede misure per la tutela e salvaguardia ambientale e della salute e sicurezza delle popolazioni anche attraverso la costituzione di un Osservatorio ambientale finanziato direttamente da Enel con 100.000 euro annui per otto anni.
Ho ricordato che l’Osservatorio è addirittura presieduto dal presidente del Parco nazionale del Pollino e che tali somme erogate da Enel sono già state contestate da più parti, in quanto potenzialmente strumentali a determinare L’ACQUIESCENZA di enti e istituzioni in merito alla centrale del Mercure, nonché, per altro caso analogo, oggetto di sentenza avversa del Tar della Puglia.
Infine ho rammentato i recenti provvedimenti con cui la giunta della Regione Basilicata ha prorogato i termini di validità del giudizio favorevole di compatibilità ambientale e intrapreso l’iter di esproprio di terreni per realizzare, nel Parco suddetto, una centrale idroelettrica sul torrente Frido, nonché la MERITORIA BATTAGLIA di Ferdinando Laghi, consigliere del Parco, contro tale opera, sulla quale permane il silenzio pilatesco del Pappaterra, al netto di una formale richiesta di incontro con la Regione Basilicata.