Sono state ore di grandissima tensione nella Casa circondariale di Paola, nel Cosentino, per le folli intemperanze di un detenuto che si è reso protagonista di gravi eventi critici. Come riferisce Salvatore Panaro, vicesegretario regionale per la Calabria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “nella prima serata di ieri, un detenuto del carcere ha dichiarato alla Polizia Penitenziaria di aver ingerito lamette da barba e la testa dello spazzolino da denti. L’uomo è stato visitato dal medico interno alla struttura penitenziaria che ne ha proposto l’urgente invio presso l’Ospedale cittadino, dove, a seguito di accertamenti radiologici, gli è stata accertata la presenza di corpi estranei nello stomaco. Ma nel corso della vista, il detenuto, che probabilmente è affetto da patologia psichiatrica, ha aggredito il medico del 118 con pugni e solamente l’intervento del personale di Polizia Penitenziaria di scorta ha evitato il peggio. Con fatica si è riusciti a ricondurre in carcere l’uomo, in attesa della programmazione dell’intervento di rimozione previsto per oggi”. Ma appena giunto in carcere, evidenzia il sindacalista, “il ristretto ha vandalizzato beni dell’Amministrazione Penitenziaria, rifiutandosi di entrare in cella per ore”. Ma le intemperanze dell’uomo non erano finite qui: “Oggi, nel primo pomeriggio, lo stesso detenuto era in attesa di essere trasferito nuovamente presso l’ospedale e senza motivo, ma palesando la sua indole aggressiva, ha di nuovo sfondato beni dell’Amministrazione e preso a pugni il Comandante di Polizia penitenziaria facente funzioni: è stato necessario nuovamente l’intervento degli Agenti per bloccarlo”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, denuncia che “la situazione nel carcere di Paola e nelle altre carceri calabresi è allarmante. Il personale è sempre meno, anche a seguito di questi eventi ormai all’ordine del giorno. Prevediamo un’estate di fuoco se non si prenderanno immediatamente provvedimenti concreti e risolutivi. Il personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo e, pur lavorando più di 10/12 ore al giorno, non riesce più a garantire i livelli minimi di sicurezza. Fino a quando potrà reggere questa situazione?”. “Non è più rinviabile”, conclude il leader del SAPPE, che per questo si appella alle Autorità istituzionali e politiche, “dotare al più presto anche la Polizia Penitenziaria del taser e di ogni altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.