Anni fa, un brigadiere della compagnia di Paola e capo di pattuglia, era stato accusato dai suoi colleghi di essersi attaccato alla bottiglia del vino, provocando in lui una sorta di ubriachezza che avrebbe portato alla sospensione di un’operazione in corso, dato il presunto stato di alterazione del brigadiere, che avrebbe anche richiesto un’autovettura più grande al suo superiore, dato che il collega era ingrassato e non entrava più in auto e avrebbe infine telefonato al suo comandante chiedendo se il giorno successivo poteva offrirgli una pizza. I colleghi esterrefatti hanno poi avvertito i superiori e testimoniato nel tribunale militare a Napoli. In assenza di una prova certa per “incastrare” il carabiniere, come l’alcol test che non è stato mai fatto e dopo la conferma dei medici che l’uomo non aveva problemi di alcolismo e che invece soffriva di pressione alta (causando in lui ipertensione, che si sarebbe verificata nel caso dell’operazione sospesa) in cura da loro, il giudice del tribunale militare ha assolto il brigadiere poiché il fatto non sussiste.
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