Di Maria Lombardo
Torniamo a parlare di operazione “Stige” il pentito Farao sta raccontando cose interessantissime tipo:
“Donna Germana”, agriturismo di proprietà dell’ex sindaco di Cirò Marina e ex presidente della Provincia di Crotone, Nicodemo Parrilla, ma nei fatti gestito dalla cosca Farao-Marincola. È quanto riferisce Francesco Farao dal 22 gennaio scorso collaboratore di giustizia.«Cataldo Marincola mantiene ancora una posizione di superiorità all’interno della cosca Farao – spiega il pentito – così come mio padre e mio zio Silvio, seppure detenuto da tempo. Sono a conoscenza di come questo sia destinatario per il tramite della moglie Felicia Sestito di soldi che gli altri accoscati come Salvatore Morrone, Giuseppe Sestito, Giuseppe Spagnolo e Martino Cariati destinano alla famiglia Cataldo. Del resto, Pino Sestito è il fratello di Felicia Sestito e posso dirvi che la stessa dispone di denaro, autovetture e patrimoni pur non svolgendo alcuna attività lavorativa. A tal proposito, posso riferire di come Felicia Sestito sia stata gestore di fatto di un agriturismo denominato “Donna Germana” a Cirò Marina di proprietà del sindaco Parrilla. Felicia lo ha gestito, grazie al fatto di essere la moglie di Cataldo Marincola, per almeno due anni». Aggiunge anche molto sulla “Tre Q” è una società di rivendite di bibite di proprietà di Salvatore e Eugenio Quattromani ma coadiuvata “in tutto e per tutto” da Pino Sestito. È lui secondo le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Francesco Farao, figlio del boss Giuseppe e rimasto coinvolto nell’operazione Stige, ad occuparsi del monopolio del territorio. “Si occupa direttamente di esportare o imporre presso i vari negozi di rivendita le bibite di Quattromani” racconta il pentito. “Sestito fa in modo che tale azienda abbia il monopolio della rivendita da ingrosso di bevande. Non solo, sono a conoscenza che Sestito provvede direttamente, unitamente ad altri accoscati al recupero dei crediti della società di Quattromani”.E fra gli imprenditori che si rifornivano dalla società “Tre Q” vi è anche Natale Aiello, titolare della nota pasticceria “Siciliana” situata a Botricello nel Catanzarese e finito lo scorso 9 gennaio in carcere. “Conosco Natale Aiello – riferisce Francesco Farao – quale titolare di una famosa pasticceria a Botricello. Così mi è stato presentato da Eugenio Quattromani all’interno del capannone della Tre Q. Aiello veniva rifornito di bevande grazie all’intermediazione di Pino Sestito. Ricordo anche che Aiello era uno dei clienti più importanti della Tre Q avendo una pasticceria che lavora tanto”.
Ma Aiello non si limitava solo ad acquistare merce da aziende “amiche” ma agevolava le attività del sodalizio finanziando nuove attività commerciali da controllare fittiziamente ed unitamente ai plenipotenziari della cosca. Si tratta in particolare dell’apertura di bar o pasticcerie nel territorio crotonese e catanzarese. Aiello reperiva inoltre capitali da consegnare ai plenipotenziari della cosca al fine di consentire ad ulteriori imprese, controllate dal sodalizio, di partecipare a bandi e progetti ministeriali inerenti lo smaltimento rifiuti, richiedendo – ed espressamente ottenendo, per tale via – dagli accoscati cirotani la possibilità di poter collaborare con altri imprenditori già attigui alla cosca. I vantaggi si traducevano per l’imprenditore nell’evitare la coattiva riscossione dei propri debiti aziendali, ed implementare le attività economiche della propria impresa.