Dagli inizi di ottobre, alcuni istituti internazionali di sicurezza nucleare e rappresentanti nazionali come IRSN (Institut de radioprotection et de surete Nationale-France), NRPA (Norwegian Nucleare Safety Authority), FOPH (Swiss Federal Office of Pubblic Health) e Austrian Ministro of the Evironment (Austria) hanno lanciato un’allerta sulla rilevazione nei rispettivi stati di Rutenio 106 in aria. Questo radioisotopo si utilizza negli impianti nucleari, nella installazioni industriali e in medicina per le applicazioni di brachiterapia oftalmica. A seguito di ciò, i laboratori italiani della RESORAD sono stati allertati. Anche in Calabria, il laboratorio Fisico di Reggio Calabria ha effettuato i dovuti controlli e dalle analisi monitoratrici sull’intera regione e confermate dall’Arpacal, si evince che i dati misurati di Rutenio 106 sono sotto il limite di rilevabilità strumentale, non hanno quindi rilevanza dal punto di vista radiologico. Tuttavia si sta studiando tale fenomeno e secondo l’IRSN francese, la contaminazione potrebbe prevenire dalla regione degli Urali.
Per ora, allarme smentito, pericolo scampato.