Di Maria Lombardo
La notizia è davvero incredibile ed avrà grosse ripercussioni. Emanuele Mancuso si pente si proprio lui il trentenne figlio del boss Pantaleone Mancuso, alias “l’ingegnere” avrebbe iniziato a collaborare con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e si troverebbe già a Rebibbia sotto programma di protezione. La n’drangheta vibonese ha un collaboratore proprio nei Mancuso. Emanuele Mancuso è pure il nipote dei capi storici della cosca, Luigi, Antonio e Giovanni Mancuso della cosiddetta “Generazione degli undici”. La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e il procuratore Nicola Gratteri avrebbero insomma la chiave per accedere ai segreti più inconfessabili di una delle cosche più potenti della ‘ndrangheta calabrese. Tremano quindi in Mancuso, ma anche i vertici degli altri clan vibonesi, gli imprenditori e i “colletti bianchi” che con la famiglia di Limbadi hanno stretto affari, fatto e avuto favori. Insomma la situazione è davvero incredibile. Non c’è dubbio che Emanuele Mancuso sia a conoscenza di diverse cose. Di sicuro potrà raccontare dei nuovi assetti della famiglia, delle presunte fratture che hanno caratterizzato la vita del clan negli ultimi anni. Attriti veri o presunti venuti fuori anche recentemente, proprio nell’inchiesta sfociata dall’operazione “Nemea” che portò nel marzo scorso all’arresto di esponenti apicali del clan Soriano di Filandari e dello stesso Emanuele Mancuso da allora ristretto in carcere.